
ROMA. Nuove pagelle, con puntuali griglie di valutazione, e un unico ruolo, un solo bacino, a cui ciascuna amministrazione potrà attingere per affidare questo o quell'incarico. La riforma della dirigenza inizia ad avere confini più netti ed entra un capitolo ad hoc sulla misurazione delle performance mentre si fa altamente probabile il rinvio delle norme sulla responsabilità.
Il lavoro continua invece sull'organizzazione del ruolo, con allo studio un meccanismo per riconoscere garanzie a chi ha maturato una certa anzianità in posizioni di direzione generale. Le fila si tireranno giovedì quando il provvedimento, attuativo della delega Madia, dovrebbe arrivare in Cdm.
Il decreto doveva essere presentato il 10 agosto ma poi si era scelto di prendere qualche giorno in più (la delega scade il 28) e poter così mettere nero su bianco una nuova declinazione delle prestazioni, nelle intenzioni dell'esecutivo più ricca, precisa e organica. Insomma non ci si limiterebbe più alla classica verifica del raggiungimento degli obiettivi, ma si amplierebbe la gamma dei parametri di riferimento. D'altra parte oggi qualcosa non funziona, tanto che in un recente studio condotto da economisti della Banca d'Italia si parla di «inefficacia» del sistema.
In altre parole si tratta di legare le carriere al merito, ma il passaggio più complicato della riforma, collegato anche alla valorizzazione delle competenze, è rappresentato dal principio per cui un dirigente è dirigente della Repubblica e non di una singola amministrazione, come ribadito dalla ministra della P.a Marianna Madia. La strada per centrare l'obiettivo è l'istituzione di un ruolo unico.
L'orientamento è far entrare subito in vigore la misura, rispettando le scadenze naturali di ciascun incarico. Tutti i nuovi affidamenti dovranno passare per una selezione, senza automatismi. Ma per far digerire la novità si sta mettendo a punto una salvaguardia per quanti hanno accumulato anzianità di servizio in posizioni apicali (ad esempio riconoscendo loro un punteggio maggiore nei prossimi interpelli).
Ci saranno comunque sei mesi di tempo per stabilire i criteri di attribuzione degli incarichi. Tanta 'carne al fuocò da far slittare a febbraio la revisione delle regole sulla responsabilità, con una divisione netta tra indirizzo politico e gestione, in modo che i dirigenti rispondano esclusivamente della loro attività. Di mezzo c'è il danno erariale e la materia è considerata politicamente delicata.
In Cdm dovrebbero essere esaminati anche altri decreti targati Madia: il riordino delle camere di commercio, lo scorporo del Comitato paralimpico dal Coni e il provvedimento sugli enti di ricerca. Il piatto forte è però rappresentato dalla dirigenza, su cui si concentrano anche le reazioni, dall'ex ministro della P.a. Renato Brunetta («dicono che Matteo Renzi farà un mega spoil system») ai sindacati di categoria Unadis-Codirp («accogliamo positivamente che ci sia una parte dedicata proprio alla valutazione, su cui abbiamo insistito, attenzione però a creare un meccanismo serio»).
5 Commenti
scettico
24/08/2016 13:24
il problema è difficile da risolvere perchè la politica non rinuncia a farsi da parte e i dirigenti non rinunciano a raccomandarsi ai politici per avere l'incarico.oggi il principio vegente , in barba a tutte le leggi, è che i politici prediligono i dirigenti che garantiscano il buon andamento delle clientele.ciò a partire dalla regione siciliana, ai comuni,ai ministeri e così via.
Thule
24/08/2016 14:04
Mi piacerebbe conoscere i criteri di valutazione, ma conoscendo come funziona la politica posso immaginarlo: trovato l'inganno si fa la legge...
Giuseppe
24/08/2016 18:27
Arrestate i dirigenti corrotto e si risolveranno tutti i probl fell' italia
Pietro
25/08/2016 10:02
Come si misurala la buona performance di un dirigente? basta tagliargli i privilegi (auto blu, autista, porta borse, ecc,) ... poi se lavora pure sarebbe il Pico della Mirandola!!!
jo
25/08/2016 12:38
Il tipo di valutazione previsto, lascerà ampio spazio alle intermediazioni politiche sia in meglio, per premiare un dirigente fedele ma incapace, che in peggio, per punire un dirigente capace ma che si rifiuta di fare atti per favorire questo o quello e che non è allineato. Negli anni del boom economico, senza questa falsa meritocrazia, l'Italia cresceva a ritmi elevati. Adesso, tra riforme in continuazione, tecnici alla monti, brunetta, iachino, giavazzi, padoan, madia ed altri, semplificazioni che si traducono in complicazioni e controllo ferreo della politica, l'Italia si deprime o va veloce come una tartaruga. Qualcosa non torna.
massimo de pascalis
29/08/2016 14:33
E' la cosa più interessante e intelligente che leggo sulla Riforma. Sarebbe utile approfondire la questione che viene posta. Mi domando solo una cosa. Un'Azienda il cui imprenditore critica aspramente i propri lavoratori non è forse destinata al fallimento? E' quello che sta accadendo in Italia nei confronti dei dipendenti pubblici da parte dei Governi che si sono succeduti, da Brunetta in poi. Ci sono diversi modi per fare le Riforme (sicuramente necessarie)