
ROMA. «Per sconfiggere il femminicidio bisogna iniziare dalla famiglia, dalla scuola». Lo afferma il ministro Maria Elena Boschi in un'intervista al Corriere della Sera in cui annuncia che Lucia Annibali collaborerà con la task force del governo.
«Se guardiamo con freddezza i dati del ministero dell'Interno - osserva Boschi -, vediamo che nei primi cinque mesi del 2016 il fenomeno del femminicidio è sceso del 20% rispetto allo stesso periodo del 2015. Numeri che ci devono guidare, ma che servono a poco davanti al dolore di una mamma, di un fratello, di un'amica». «Stiamo preparando la squadra - fa quindi sapere Boschi - e vorrei anche chiamare dei consulenti. Ci sono fondi per 12 milioni: si può fare molto».
Sull'ipotesi di inasprire le pene, il ministro sottolinea: «Le sanzioni ci sono, il problema è la formazione, l'educazione. Le forze dell'ordine - osserva comunque la Boschi - hanno acquisito maggiore consapevolezza e sono molto attente alle vittime di stalking e violenze».
Persone:
3 Commenti
Long jhon
11/06/2016 09:41
LaBoschi comunque è davvero bella!!!
giovanni 9
11/06/2016 14:22
C'entra ben poco la scuola e nulla la famiglia sul femminicidio. Chi commette questo efferrato delitto è solo una scheggia impazzita. Nessuno può togliere la vita alla persona amata, per un amore finito. Nulla è per sempre. Nessuno è proprietario dell'altro, certo, se a casa, e anche a scuola non non si dice che non si può ammazzare una persona per motivi amorosi, di appartenenza, e nemmeno per altri motivi, è un fatto grave. Queste sono cose che una persona deve sentire all'interno di sè. Non è pensabile che ne sia privo. Chi non ha questo sentimento è destinato a commettere quello che viene chiamato femminicidio, l'orrore umano. E' molto difficile come dice lei, sconfiggerlo.
roberto
12/06/2016 22:33
non è vero, è una questione di educazione, è un problema culturale, quindi ci vuole educazione a partire dalla scuola e famiglia.
Mario Rossi
11/06/2016 15:03
La banale, quanto spregiudicata ipocrisia italiana....l'anti violenza si combatte solo in un modo: conferire autonomia di azione e di investigazione alla Polizia Giudiziaria, senza l'intervento del Pubblico Ministero che spesso, nella ricerca di ulteriori ed ulteriori ed ulteriori elementi di prova, vanifica l'immediata protezione! Ed ancora: nei casi in cui la Polizia Giudiziaria, nelle sue valutazioni investigative, ritenga fondato ed attuale il pericolo per la persona offesa, occorre anticipare la reclusione, già fin dai primi atti di denuncia della vittima. Solo così si può tentare di arginare, da subito, il fenomeno della violenza!!! Basta con i girotondi, le rose, le scarpette rosse, le trasmissioni televisive che speculano sulle vittime, le belle parole di solidarietà, i sentimenti di unione etc....occorre una reazione dura da parte dello Stato!!!!!!