PALERMO. Bocciata con voto segreto una norma su cui sembrava esserci un accordo. Invece è servito una una retromarcia del Parlamento per salvare gli stipendi dei dirigenti di enti regionali e partecipate.
La norma prevedeva inizialmente che lo stipendio dei dirigenti amministrativi di enti regionali e partecipate venisse ridotto a 118 mila euro lordi all’anno. Oggi la maggior parte dei big delle partecipate incassa circa 160 mila euro lordi. Ma ci sono enti regionali in cui arriva a 240 mila euro annui.
Per questo motivo in commissione Bilancio si era concordato di ridurre tutto a 118 mila euro. Tutti d’accordo fino al colpo di scena: i grillini propongono il voto segreto su un loro emendamento che abbassa ulteriormente gli stipendi, portandoli a un massimo di 79.200 euro annui. E l’aula approva con 34 voti a favore: il minimo per far passare la proposta. A quel punto, pur di non andare nella direzione imposta dai grillini, l'aula di Sala d'Ercole ha preferito bocciare l'intero articolo. Lasciando di fatto intatto lo stipendio dei dirigenti di enti e partecipate.
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