PALERMO. L’assessorato all’Economia ha chiesto a tutte le partecipate di ridurre subito il numero di amministratori. Scatta così una riduzione di membri dei vari consigli di amministrazione che potrebbe anticipare una delle misure che il Governo nazionale renderà obbligatorie solo dal 15 gennaio.
Il decreto che il ministro Marianna Madia sta predisponendo avvia la riforma delle società partecipate statali e degli enti locali. Fra i punti chiave c’è proprio la riduzione di tutti i consigli di amministrazione (oggi composti da tre o cinque membri) per passare all’amministratore unico.
È una soluzione che in Sicilia diventerà immediatamente efficace per tutte le dieci partecipate che l’assessore Alessandro Baccei ha previsto di tenere in vita nel piano di ristrutturazione regionale varato a dicembre (altre 10 saranno liquidate quest’anno). Già dai prossimi giorni - spiegano in assessorato - Ast, Sas, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico e Seus dovranno passare da tre amministratori a uno. Un giro di vite non di poco conto visto che, poche eccezioni a parte, i compensi per gli amministratori variano da 25 mila a 50 mila euro lordi all’anno. La spesa attuale per i vertici delle società che si prevede di mantenere in vita è di 881 mila euro e potrebbe più che dimezzarsi. Mentre la sola Sicilia e-Servizi è già in regola avendo Antonio Ingroia come amministratore unico con un compenso di 50 mila euro.
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