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Cantone: "All'Anticorruzione più poteri su appalti, banche e pa"

Il presidente dell'Anac Raffaele Cantone

ROMA.  Il 2016 sarà per l'Autorità anticorruzione (Anac) «l'anno della svolta. Per meglio espletare i nostri compiti verranno ampliati i poteri dell'Authority. Le novità che ci aspettano sono molte, dal nuovo codice degli appalti all'attuazione del decreto sulla trasparenza sulla Pa fino agli arbitrati. Una volta che saranno individuati con precisione i nostri poteri, verificheremo se sarà necessario rafforzare anche la struttura». Così il presidente dell'Anac Raffaele Cantone in un'intervista in apertura di prima pagina al Messaggero. La riforma degli appalti, il cui varo in via definitiva da parte del Senato è previsto a metà gennaio con due deleghe, una da esercitare entro aprile per recepire le direttive comunitarie e l'altra entro luglio per il nuovo codice degli appalti, «sarà un grande cambiamento. La legge delega - spiega Cantone - introduce novità rilevantissime. Il potere dell'Autorità sarà ampliato in modo significativo. Saremo non solo un organismo di vigilanza ma di regolazione dell'intero sistema degli appalti. E questa è la vera grande scommessa del codice».

«Il vecchio regolamento degli appalti, ad esempio, sarà sostituito dalle linee guida che dovranno essere proposte dall' Anac e poi recepite dal ministro delle infrastrutture», prosegue Cantone. «Una delle grandi novità del codice è che non tutti potranno fare tutto. Non è pensabile, come è accaduto sino ad oggi, che un comune di 500 anime possa gestire appalti da un miliardo di euro». «L'Italia ha bisogno di rimettere in campo un meccanismo di ripresa negli appalti. La necessità di riportarli nelle regole serve anche a rilanciare l'economia», sottolinea il presidente dell' Anac, che definisce «un successo» l'Expo, mentre per il Giubileo «il percorso è più complesso. La stazione appaltante di Roma è una macchina assai più complicata». In merito al caso delle banche, «aspettiamo i decreti per organizzarci. Ne serve uno - spiega - che fissi i presupposti per accedere all'indennizzo, che non è un risarcimento, e un altro che stabilisca la procedura e individui le modalità di coinvolgimento della nostra camera arbitrale».

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