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Consulta, fumata nera su nomina dei giudici: e Pitruzzella si ritira dalla corsa

Giovanni Pitruzzella

ROMA.  Ancora fumata nera in Parlamento per l'elezione dei 3 giudici di nomina parlamentare alla Consulta. Riunito in seduta congiunta, il Parlamento ha infatti tentato per la 31esima volta ad eleggere almeno uno dei candidati alla Corte Costituzionale facendo un nuovo buco nell'acqua: nessuno dei nomi proposti nella terna nata dall'accordo tra Pd, Fi e centristi ha infatti raggiunto i 570 voti necessari per passare. Oggi si ritenta: la seduta è stata aggiornata in serata, costringendo deputati e senatori ad un tour de force che potrebbe continuare anche giovedì pomeriggio se ancora non si dovesse raggiungere il quorum.

Con una novità: dalla terna di candidati si è infatti ritirato il presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella, fermato nella sua corsa dai veti incrociati dei centristi: da una parte Ncd e Sc che lo aveva promosso, dall'altra i popolari e Centro democratico che erano stati tenuti fuori dalla scelta. "Prendo atto che non ci sono le condizioni di serenità e di contesto politico per affrontare una nuova verifica parlamentare" annuncia dopo la fumata nera di oggi. A questo punto, quindi, le carte si rimescolano in tavola. I vertici di Pd e Fi che avevano confermato di voler tenere ferma la candidatura di Augusto Barbera (545 voti oggi, 9 in più del precedente scrutinio) e Francesco Paolo Sisto (527 voti, 16 in più) devono ora decidere come andare avanti.

"Barbera è il nostro candidato", aveva affermato il vicesegretario Lorenzo Guerini subito dopo l'ennesima fumata nera. "Dopo il passo indietro di Pitruzzella devo parlare con il capogruppo del Pd" annuncia Renato Brunetta, presidente dei deputati Fi che deve comunque tener conto delle divisioni all'interno del partito che potrebbero mettere a rischio anche il nome di Sisto. Se Dem e azzurri dovessero decidere di confermare lo schema, la maggioranza potrebbe indicare un nuovo terzo candidato scelto in accordo tra tutti i centristi. E' quello a cui puntavano i Popolari e Centro democratico che, proprio per manifestare il loro risentimento, hanno candidato in queste ultime sedute Gaetano Piepoli, ottenendo ben 81 preferenze, ben oltre i 13 voti di Pi-Cd, ed affossando Pitruzzella (sceso da 492 a 470 voti)."Domani ci riuniamo e vediamo: di certo è fallito il metodo degli ordini di scuderia assegnanti senza discussione a mezzo di pizzini" si lamenta un popolare. L'alternativa è tentare una nuova terna, cercando un accordo ampio in Parlamento.

E' quello a cui puntano i 5 Stelle che si affrettano a mettere in chiaro: "Se vogliono discutere con noi facciano in modo che Pitruzzella non sia l'unico nome a cambiare" dice il deputato di riferimento sugli affari costituzionali Danilo Toninelli. Ed è quello che sta tentando Sinistra Italiana che dopo la nuova fumata nera di oggi ha messo sul tavolo 4 nuovi nomi: Silvia Niccolai, Giuditta Brunelli, Federico Sorrentino, Mario Dogliani, "figure autorevoli e non legate ad alcuna parte politica" spiega il capogruppo Arturo Scotto. Dalla partita per ora sembra tenersi a distanza la Lega. Formalmente è rimasta anche oggi a guardare anche se voci di palazzo davano per fatto un accordo con il Pd, tanto che già il M5s gridava allo scandalo: "al tavolo della spartizione si è seduto anche Salvini". Ma Calderoli ci ride sopra: "Dalla Lega arriva scheda bianca e Buscopan, per alleviare i mal di pancia della maggioranza".

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