ROMA. All'indomani del vertice anti-terrorismo nel quale è emersa la necessità di "nuove tecnologie" per intercettare le chat, il Senato accelera sul ddl di riforma al processo penale, al cui interno è contenuta proprio la delega sulle intercettazioni. Martedì, infatti, l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia dovrebbe incardinare il testo con l'obiettivo di terminarne l'esame entro la metà di dicembre, ovvero prima del 'ritorno' della legge di stabilità a Palazzo Madama. La delega potrebbe dare un nuovo quadro legislativo ad un ambito che nelle ultime ore registra due importanti novità. La prima riguarda la volontà del governo di mettere in campo nuovi strumenti dei software di captazione ( ma, precisa il Guardasigilli Andrea Orlando, non nuove norme ad hoc) per intercettare quelle chat (anche via Playstation) balzate alle cronache nelle analisi degli attentati di Parigi.
La seconda riguarda la pubblicazione, da parte del capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone, di una circolare nella quale si afferma che "polizia giudiziaria e pm eviteranno di inserire in note informative, richieste e provvedimenti, il contenuto di conversazioni manifestamente irrilevanti e manifestamente non pertinenti rispetto ai fatti oggetto di indagine". Circolare che vede il placet dell'intera maggioranza, con il responsabile Giustizia Pd David Ermini che parla di "provvedimento opportuno" che inquadra il "il giusto equilibro tra privacy e accertamento della responsabilità" proprio anche della legge delega.
La circolare, sottolineano fonti Pd, non può però ritenersi esaustiva: da qui, anche, la necessità di accelerare sulla delega che riguarderà tutti i magistrati con l'ipotesi - da inserire nel decreto attuativo - di sanzioni per chi non si atterrà all'indicazione di garantire la riservatezza delle comunicazioni "non rilevanti". Sull'altro fronte 'caldo', quello delle chat, il ministro Orlando precisa che non ci sarà alcun "controllo a tappeto di tutte le postazioni telematiche" ma le intercettazioni seguiranno lo stesso iter previsto per quelle telefoniche (regolamentate dagli articoli 266 e 266 bis del codice di procedura penale) restando legate al provvedimento dell'autorità giudiziaria.
Dal vertice di ieri in via Arenula è emersa invece l'esigenza di nuove tecnologie, più traduttori e più mediatori culturali. Punto quest'ultimo al centro anche di un emendamento che sarà inserito nella legge di stabilità. Dal vertice, infine, è emersa un'ulteriore esigenza, quella di abrogare il reato di immigrazione clandestina per facilitare le indagini sulla tratta. E l'ipotesi che, nonostante finora Ncd abbia manifestato la propria contrarietà, l'abrogazione del reato sia inserita nel decreto legislativo sulla depenalizzazione non è da escludere. Deciderà il Parlamento, ma è una segnalazione arrivata proprio dal procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, sottolineano in via Arenula.
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