PALERMO. “Il Pd non ha paura del voto. O la Regione mette in campo le riforme o dal governo nazionale niente aiuti”: il sottosegretario Davide Faraone torna all’attacco del governo regionale nel giorno in cui il presidente Rosario Crocetta è a Roma per discutere coi vertici del Pd della questione politica che tiene paralizzati Ars e governo.
Sul tavolo il tema dei rapporti con le altre forze politiche: col braccio destro di Renzi, Luca Lotti, Crocetta discuterà della nomina dell’ultimo assessore, quello alla Funzione pubblica, assegnato a socialisti e Sicilia democratica scatenando però l’ira di Sicilia Futura e renziani. Oggi Crocetta conta in Aula una maggioranza risicatissima e gli stessi assessori vicini a Faraone hanno fatto sapere che la questione va risolta al più presto. Di mezzo infatti ci sono i rapporti col governo nazionale con cui la Sicilia sta trattando per provare a chiudere il bilancio. Manca circa un miliardo e mezzo all'appello e senza l’aiuto di Roma è praticamente impossibile farcela.
La questione economica è legata a quella politica e il perché lo ha spiegato oggi a Palermo lo stesso Faraone: «Il primo elemento affinchè vi sia un'efficacia di intervento è la stabilità: bisogna essere in grado di dare stabilità al Governo che nasce. Basta con crisi politiche, toto-assessori, rimpasti, parole scomparse dal vocabolario nazionale grazie a Renzi. Facciamo lo stesso in Sicilia, dove siamo rimasti indietro. Se si cambiano costantemente gli assessori, se si discutono le maggioranze, è chiaro che anche le riforme vengono messe in discussione».
Ad attendere sviluppi ci sono in Sicilia gli otto deputati di Sicilia Futura che hanno già minacciato di passare all’opposizione se non riceveranno risposte positive in tempi brevi. Sicilia Futura ha proposto la nomina di un tecnico: in questo caso sarebbe rimossa l’assessore Luisa Lantieri di Sicilia democratica. Dall’altro lato però ci sono i socialisti che a livello nazionale sono federati al Pd.
Un gioco a incastri di difficile soluzione che continua a bloccare alcune riforme strategiche, dalle Province all’acqua pubblica passando per rifiuti e formazione. In questo clima di incertezza il Movimento 5 Stelle domani presenterà all’Ars una nuova mozione di sfiducia contro Crocetta: «La litigiosità in servizio permanente effettivo – scrivono i grillini – e la lotta per la spartizione delle poltrone sono stati il vero marchio di fabbrica di questo esecutivo, assieme alla totale incapacità di dare la benchè minima risposta ai mille bisogni di un'isola, ormai avviata alla bancarotta. Di tutto ciò si sono resi conto praticamente tutti, compresa la maggioranza dei deputati, che ora è chiamata a tradurre in fatti le continue e dure dichiarazioni contro Crocetta e l'auspicio, spesso tutt'altro che velato, di un imminente ritorno al voto».
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