ROMA. «Di fronte a una crisi economica così grave e profonda non bastano i rimedi ordinari. Ecco perchè noi di Area popolare proponiamo di fronteggiarla con delle leggi straordinarie e speciali». Lo dice in un'intervista alla Stampa il ministro dell'Interno Angelino Alfano, sottolineando che non è una proposta esagerata visto che la crisi «letteralmente uccide tanti imprenditori ridotti alla disperazione e che ormai è durata più di una guerra mondiale».
Finora, chiarisce, «abbiamo fatto tanto e bene. In particolare rivendico alla mia parte politica il merito di aver salvato l'Italia dal baratro in cui sarebbe precipitata, se due anni fa non avessimo scelto di difendere la governabilità anche a costo di dover fondare un partito». Ora per Alfano la legislatura è «al giro di boa» e per affrontare l'altra metà occorre «un doppio choc. Anzitutto sul fisco. Serve una robustissima manovra di taglio della spesa pubblica per finanziare una riduzione fiscale a vantaggio delle imprese e delle famiglie, cominciando dalla tassazione sulla casa. Puntiamo sul 'Family Act', che sarà un piano di sostegno a tutti i livelli».
L'altro choc è «burocratico. La riforma Madia è ottima. Serve adesso una nuova scossa per mobilitare i capitali privati, servono almeno cinque anni di profonda 'deregulation', fondata su un'idea radicale e rivoluzionaria: chi ha un diritto non deve chiedere autorizzazioni per esercitarlo». Alfano interviene anche sulle riforme. «L'Italicum entrerà in vigore nel luglio 2016, dopo la riforma del Senato - spiega - L'abbiamo votato e non ne siamo pentiti. Ritoccare i premi secondo noi non stravolgerebbe l'impianto della legge. Ma non dev'essere materia di ricatto politico».
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