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Ipotesi patto tra il governo e Verdini, la minoranza Pd all’attacco:
Renzi chiarisca

ROMA. Un film dell'orrore che rischia di allargare la frattura interna al Pd. La minoranza Dem torna sulle barricate attaccando l'ipotesi di un patto tra il governo e Denis Verdini e chiedendo al premier Matteo Renzi un immediato chiarimento. Almeno prima di mercoledì, possibile giorno 'x' per la presentazione ufficiale del gruppo dei 'responsabili' che fanno capo all'ex braccio destro di Silvio Berlusconi. Gruppo che, in queste ore, continua a prendere forma, catturando l'interesse anche di Ncd e presentandosi quasi da apripista per l'idea di un 'terzo polo', centrista e liberale, che puntelli le riforme del governo.

A lanciare 'il sasso', in mattinata, è l'ex azzurra (ora nel Misto e, potenziale membro del gruppo dei 'verdiniani') Manuela Repetti che spiega come, "al punto in cui siamo, sia innegabile che tutte quelle forze liberali e riformiste che non intendono schiacciarsi e allearsi la destra di Salvini ricerchino fra di esse un minimo comun denominatore e indichino una prospettiva politica che vada oltre questa legislatura stabilendo un progetto di governo riformatore con la sinistra di Renzi". E a farle eco arriva l'alfaniano Fabrizio Cicchitto, che invita Verdini all'unione di tutte le forze "che non si riconoscono nella Lega di Salvini e che considerano superata la posizione di Berlusconi, in modo da far sì che il loro sostegno a Renzi abbia la dignità politica di una coalizione fra un'area di centro e una area di una sinistra davvero riformista".

Un terzo polo, quindi, che si agganci al Pd renziano e puntelli, sulle sue riforme, la maggioranza, soprattutto al Senato, dove i numeri restano risicati. Del resto, già nei giorni scorsi ambienti parlamentari confermavano come il futuro gruppo dei verdiniani - che si dovrebbe chiamare Azione liberal-popolare - guardi con attenzione a tutti i fuoriusciti da FI, dagli alfaniani ai fittiani, ferma restando la stella polare di Renzi. E oggi Vincenzo D'Anna, portavoce 'in pectore' risponde alla sinistra Pd parlando di "rigurgito anacronistico di socialismo reale e di conservatorismo che costituisce il vero solco che li separa all'interno del Pd dalla componente riformista di Renzi".     Ma il battesimo dei 'verdiniani' è destinato a provocare un piccolo terremoto al Nazareno. "L'idea di un patto con Verdini e gli amici di Cosentino è un film dell'orrore. Renzi nelle prossime ore dovrà chiarire questo, non abbiamo bisogno di patti con Verdini ma di tenere unito il Pd", avverte oggi l'ex capogruppo Roberto Speranza ribadendo un principio che, da Gianni Cuperlo a Miguel Gotor, accomuna tutte le anime della minoranza Dem. Mentre i renziani restano sulla linea della prudenza, non mancando però di pungolare la minoranza sul dissenso rispetto alle riforme. Con Andrea Marcucci che, ad esempio, oggi rilancia su Twitter un'editoriale su L'Unità nel quale l'ex segretario Pd Walter Veltroni spiega: "Sinistra e conservazione sono una contraddizione in termini. La sinistra è cambiamento, lo è stato sempre nell'animo delle persone che in essa hanno creduto".

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