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Grecia, Padoan: "Evitato il peggio, sarà processo complesso"

"I greci dovranno approvare immediatamente misure importanti in Parlamento, poi potrà partire il negoziato vero e proprio per un memorandum of understanding, quindi bisognerà finalizzare le misure. È un processo complesso, politicamente e tecnicamente"

ROMA.  «La conclusione che si può trarre è che abbiamo evitato il peggio. Ma da oggi inizia un percorso molto complesso, dall'esito tutt'altro che scontato. I greci dovranno approvare immediatamente misure importanti in Parlamento, poi potrà partire il negoziato vero e proprio per un memorandum of understanding, quindi bisognerà finalizzare le misure. È un processo complesso, politicamente e tecnicamente».

È quanto afferma al Sole 24 Ore, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Sull'emergenza prestiti di Atene, Padoan spiega che ci sarà «un bridge financing, un prestito ponte, del valore stimabile intorno ai 6-7 miliardi». «C'è anche l'ipotesi - aggiunge - di ricorrere a risorse disponibili che fanno capo
all'Unione europea e non all'Eurozona, ma dobbiamo capire la praticabilità di questo percorso», «l'obiettivo è di non andare a incidere sull'indebitamento dei vari Paesi. Anche perchè altrimenti dovremmo andare in Parlamento per farci votare un assestamento di bilancio e i tempi inevitabilmente si
allungherebbero. Non penso che possiamo permettercelo». Sul negoziato, il
ministro fa sapere: «Che la posizione tedesca fosse rigida lo sapevamo, sì. Quello che forse mi ha sorpreso è di vedere quanto ampio fosse lo schieramento di Paesi che condividevano quella linea.

Erano quasi tutti contrari a un nuovo programma. Alla fine - rivela -solo noi, i francesi e la piccola Cipro eravamo per un compromesso. Questo forse non lo si è capito bene. Perciò ritengo che sia stato un successo negoziale anche nostro aver portato a casa questo risultato», «sull'esito finale - ribadisce
- ha inciso non poco la posizione italiana». Alla domanda su quali rischi corra ora l'Italia, Padoan replica: «Diciotto mesi fa rischiavamo di gran lunga di più. Oggi abbiamo fatto riforme importanti, che ci vengono riconosciute da tutti, e stiamo ritrovando un percorso di crescita. Perciò siamo molto più al
sicuro. Lo stesso è accaduto negli altri Paesi che hanno fatto le riforme strutturali».

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