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Grecia, Fassina: "Tsipras non ha colpe, la Germania vuole punirlo"

«Tsipras ha riaperto la partita tra politica ed economia - spiega - E adesso, visti i risultati, il governo tedesco cerca di buttare fuori la Grecia dall'eurozona per dare una punizione esemplare a chi tenta di alzare la testa. Prova ne sia la proposta ipocrita di Schauble, cinque anni di Grexit»

ROMA. «Col nuovo memorandum Tsipras ha costretto il governo tedesco a rendere chiaro l'obiettivo: far fuori l'unico governo che, per difendere l'interesse nazionale, ha osato mettere in discussione l'ordine tedesco che domina l'eurozona». Lo afferma Stefano Fassina in un'intervista al Corriere della Sera.

«Tsipras ha riaperto la partita tra politica ed economia - spiega - E adesso, visti i risultati, il governo tedesco cerca di buttare fuori la Grecia dall'eurozona per dare una punizione esemplare a chi tenta di alzare la testa. Prova ne sia la proposta ipocrita di Schauble, cinque anni di Grexit».

«L'impianto delle Prior actions di Atene è in continuità con i memorandum precedenti e con la linea liberista che la Germania
impone all'eurozona, aggravando le condizioni di tutte le economie e portando l'euro al naufragio». Il referendum «è servito a ridimensionare l'impatto sulla parte più debole della popolazione, ridistribuendo i costi dell'aggiustamento fiscale verso fasce di reddito più alte. Ma rimane un impianto che aggrava le condizioni della Grecia». Tsipras non ha colpe, aggiunge, «la questione vera è l'insostenibilità del mercantilismo liberista dettato dalla Germania. Il governo Renzi, invece di avviare un'operazione verità nel semestre di presidenza, ha puntato a fare il bravo scolaretto alla ricerca della benevolenza della maestra Merkel».

Come se ne esce? «Con un accordo che comprenda la ristrutturazione del debito, insostenibile anche per il Fmi. La medicina ha aggravato la malattia. Il salvataggio della Grecia ha salvato le banche francesi e tedesche. Bisogna costruire un'alleanza tra tutti i Paesi che subiscono gli effetti negativi del dominio tedesco. Spagna, Grecia, Italia e Francia, che fa  finta di contare qualcosa con i vertici a due di Parigi».

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