ROMA. Semplicità. È questa la parola d'ordine del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio per «dare vita ad una nuova stagione di opere» attraverso un codice degli appalti che «politicamente è un esempio di rivoluzione della normalità: norme semplici danno risultati migliori di quelle complicate che verificano ogni particolare».
La «ricetta» per il ministro in audizione davanti alla Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera, «non è bypassare le procedure ma usare le ordinarie semplificate e dare centralità al progetto» ha spiegato. «Il paese - ha sottolineato Delrio - non ha un problema solo di risorse, che si possono trovare da privati o dall'Europa ma c'è un problema di esecuzione. Introdurre
semplificazione e trasparenza significa rilanciare il settore con regole chiare riducendo le 600 norme che lo hanno complicato».Per il ministro infatti «il problema è che i costi delle opere lievitano per mancanza di progetti o per progetti fatti male o in fase preliminare: bisogna fare buoni progetti che siano cioè definiti e inseriti in piani economici». Il nuovo codice appalti va in questa direzione. Il via libera definitivo del Parlamento al nuovo codice degli appalti dovrebbe arrivare, secondo le previsioni del ministro stesso, entro fine settembre. «Questo è un testo con principi innovativi va nella direzione giusta con il superamento delle gare al massimo ribasso, il divieto di direzione
lavori al contraente generale e la possibilità per l'amministrazione contraente di rescindere il contratto in caso di modifiche eccessive, oltre al rafforzamento del ruolo dell'Anac».
Sbloccare gli appalti «ha un potenziale politico-sociale per sostenere la domanda interna con investimenti pubblici o con i fondi privati che vanno intercettati - ha sottolineato il numero uno di Porta Pia- per questo dobbiamo puntare molto sulle procedure del codice per modernizzare il sistema infrastrutturale che ha bisogno di investimenti e manutenzione». Nella riforma del codice degli appalti «ha un ruolo importante Anac che non
sostituisce la politica o la magistratura ma mira a velocizzare le opere - ha sottolineato il ministro -. Grazie ad Anac abbiamo recuperato velocità in Expo e nel Mose, così contiamo di rispettare i tempi delle opere». Ora siamo ultimi in Unione Europea come livello di trasparenza «ma con questo disegno di legge - ha concluso Delrio - il Paese può fare un salto di qualità nell'utilizzo della spesa pubblica».
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