ROMA. Anche l'Italia avrà un numero unico per le emergenze: il 112 sostituirà tutti gli altri, in linea con le richieste che, ormai da anni, l'Europa avanza. Andranno in pensione il 113, il 115 e il 118. La novità è arrivata con un emendamento alla riforma della Pubblica Amministrazione, che ha ottenuto il via libera della commissione Affari Costituzionali al Montecitorio. "Avanti tutta" commenta il premier Matteo Renzi.
In commissione è anche passato l'accorpamento della Forestale in un'altra forza. Uno degli argomenti più caldi del ddl, tanto che la Fp Cgil si è detta pronta allo sciopero. "Il primo nell'intera storia del comparto sicurezza del Paese", sottolinea il sindacato. Il testo, ora all'esame dell'Aula, annovera tanti cambiamenti e anche qualche cancellazione, come la misura sul valore da dare agli atenei ai fini del punteggio per l'accesso ai concorsi. Niente classifiche che mettano a confronto le università quindi, ma il capitolo concorsi è ancora aperto e c'è chi pensa di tornare sul tema proponendo il superamento del voto minimo di laurea e della specializzazione.
Il nodo, fa sapere il ministro P.A. Marianna Madia, sarà affrontato in "Aula".
- UN SOLO NUMERO UNICO PER TUTTE LE EMERGENZE. Basterà chiamare il 112 (lo stesso in tutta Europa) per chiedere aiuto in ogni circostanza. L'idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato. Addio quindi tutti gli altri numeri, tra cui gli storici 113 (Polizia di Stato), 115 (Vigili del Fuoco) e 118 (soccorso sanitario). Potrebbe essere la volta buona per un progetto di cui si parla da tempo ma rimasto fermo a livello di iniziative locali.
- ADDIO FORESTALE, RIORDINO TUTTE FORZE, ANCHE VIGILI FUOCO. Il ddl pone le basi per l'accorpamento della Forestale in un'altra forza, che con tutta probabilità dovrebbe coincidere con i Carabinieri. Si tratterebbe di un trasferimento in blocco, anche se si concedono spazi, seppur limitati, a quanti preferiscono non essere, come si dice da più parti, 'militarizzati'. I sindacati, in prima linea la Cgil, non sono d'accordo e si dicono pronti a dare battaglia. Il capitolo sicurezza non finisce qui: si prevede un riordino di tutte le forze, mettendo mano anche a gradi e dando spazio al merito.
- CONCORSI, IN BALLO C'E' IL VOTO E LA SPECIALIZZAZIONE. Viene sancita l'importanza dell'inglese e di altre lingue straniere, la cui conoscenza dovrà sempre essere verificata. Si va poi verso un polo unico per le selezioni, una sorta di agenzia ad hoc con il compito di gestire le prove, che saranno sempre più centralizzate. E' invece in corso una riflessione sul superamento del voto minimo di laurea e sulla specializzazioni universitarie (anche la commissione Cultura spinge per eliminare quelle che sarebbero barriere alla partecipazione).
- DIRIGENTI LICENZIABILI, MA DOPO PAGELLA NEGATIVA. Resta la possibilità di essere mandati via dalla P.A. ma bisognerà almeno aver avuto un incarico ed essere stati valutati negativamente. Tuttavia pur di non essere licenziato il dirigente pubblico potrà chiedere di essere 'demansionato' a funzionario. Quanto al rinnovo degli incarichi, niente più automatismi: le proroghe dovranno essere giustificate da un giudizio positivo. Si pongono anche le basi per definire una quota di accesso unica per gli esterni (si parla di un tetto del 10%). Tra le novità anche lo stop a incarichi direttivi per gli avvocati di stato più anziani, mentre si allargano le maglie per le collaborazioni da affidare ai pensionati (potranno superare la durata di un anno se non coincidono con posizioni di vertice).
- ANCHE L'ITALIA AVRA' IL SUO FREEDOM OF INFORMACTION. Tutti, senza distinzioni di sorta, avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Questo è il principio, da promuovere perfino con sanzioni per le amministrazioni inadempienti. Tuttavia restano dei paletti, per tutelare interessi pubblici e privati.
- LIBRETTO UNICO PER AUTO, IL PRA AL MINISTERO DEI TRASPORTI. Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall'Aci, al ministero Infrastrutture e Trasporti, a cui fa già capo la Motorizzazione. Così un emendamento del relatore al ddl P.A. Si va verso un'unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto. Il tutto potrà essere affidato anche a un'Agenzia (sotto vigilanza Mit). Nell'ottica della spending review anche il taglio della spesa per intercettazioni (fino al 50%) e la sforbiciata sui tempi della burocrazia in caso di opere di interesse generale. Più certezze anche in caso di contenzioso, visto che viene regolato il processo contabile.
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