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Scuola, la riforma è diventata legge ma in Aula scoppia la bagarre

ROMA. Vittoria con retrogusto amaro per la Buona scuola. La riforma Renzi-Giannini, che mette in ruolo da settembre 100 mila prof precari e ridisegna la figura del preside, è diventata oggi legge ma è costata al Pd una spaccatura interna che probabilmente non sarà indolore. Il testo è passato con 277 sì, 173 no e 4 astenuti.

Un assenso meno ampio del previsto al quale ha contribuito la decisione di 39 deputati Pd, tra i quali Bersani e Cuperlo, di non partecipare al voto; 24 gli esponenti della minoranza del partito. Scontata, invece, la bagarre in Aula inscenata dalle opposizioni. Sel, durante le dichiarazioni di voto finali ha esposto cartelli con la scritta Oxi, ovvero 'no' in greco e tutti i deputati di M5S hanno letto, in coro e in piedi, i tre articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla Scuola e alla ricerca. Prima di loro, i deputati del Carroccio avevano sventolato fogli che intimavano "Giù le mani dai bambini" costringendo la presidenza a sospendere la seduta per alcuni minuti e a espellere dall'Aula il capogruppo Massimiliano Fedriga.

Poco dopo mezzogiorno, comunque, accompagnata dalle proteste di piazza (anche oggi sindacati, insegnanti e studenti hanno manifestato davanti a Montecitorio) la riforma della scuola ha avuto l'ok definitivo. "Questo è l'atto conclusivo del percorso parlamentare, ma non è un atto finale" è "l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola" ha commentato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, quasi a rassicurare implicitamente chi fuori dal Palazzo protestava.

"Non c'è una legge perfetta, ci saranno punti deboli e ci sarà la possibilità di correggerli, ma è una grande opportunità, che consegniamo nelle mani di studenti, famiglie, insegnanti" ha aggiunto. Il ministro ha quindi ricordato i tre miliardi a regime messi sul piatto dal prossimo anno per l'istruzione e definito "una operazione straordinaria" il nutrito pacchetto di assunzioni che arriverà a settembre. Risvolto occupazionale sottolineato anche dal Premier Renzi in un tweet: "Centomila assunzioni, più merito, più autonomia #labuonascuola è legge".

Nella Buona scuola ci sono, tra l'altro, premi ai docenti più meritevoli (dal 2016 sarà istituito un fondo da 200 milioni di euro l'anno a questo scopo), un voucher di 500 euro l'anno per l'aggiornamento professionale degli insegnanti, il potenziamento dell'offerta formativa per gli studenti (più Arte, Musica, Diritto, Economia e un occhio più attento alle competenze linguistiche), 100 milioni di euro ogni anno per l'alternanza scuola-lavoro (si farà in azienda, in enti pubblici e musei, anche d'estate e all'estero), investimenti per l'edilizia scolastica e concorsi per progettare scuole innovative dal punto di vista architettonico, tecnologico, dell'efficienza energetica e della sicurezza antisismica.

Tuttavia il fronte del dissenso resta compatto e agguerrito. I sindacati - che hanno visto sfumare la possibilità di portare a casa le modifiche richieste, dopo la fiducia posta sul testo al Senato - stanno preparando un'offensiva per settembre. A colpi di ricorsi e confidando di poter ottenere di più in sede contrattuale. Ma anche remando contro l'applicazione della legge: serviranno parecchi atti successivi affinché una bella fetta di novità possa diventare operativa.

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