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Crocetta non ricuce lo strappo, il Pd respinge l’appello e adesso il governo è in bilico

A vuoto l’appello del presidente. L’ala renziana valuta il ritiro degli assessori Ma ogni decisione sembra rinviata all’assemblea regionale di agosto

PALERMO. L’appello di Crocetta è caduto nel vuoto. I big del Pd non hanno raccolto l’invito a riprendere la collaborazione siglando un nuovo patto intorno a una decina di punti programmatici. E per la prima volta l’area Renzi si sbilancia e mette sul tappeto la possibilità di ritirare i propri assessori dalla giunta.

 

Il presidente ha proposto di saldare l’alleanza lavorando su risanamento finanziario e lotta alla corruzione e sulle riforme che riguardano Province, rifiuti, acqua e formazione. Ma, letti i giornali, di buon mattino Antonello Cracolici si mostra scettico sulla possibilità di uscire così dalla crisi: «Non mi piace la retorica di Crocetta e mi sembra anche che non ci sia più tempo. Sia chiaro, non voterò per principio contro riforme utili alla Sicilia ma il presidente dovrebbe chiedersi perchè nei primi due anni il suo piano non è andato avanti e come potrebbe quindi decollare nei restanti due anni di legislatura. Inoltre Crocetta continua a non rispondere alle obiezioni di carattere etico sollevate da Lucia Borsellino con la lettera di dimissioni».

L’ala renziana che fa capo a Davide Faraone è ormai orientata a rompere gli indugi e arrivare al voto anticipato già a novembre. L’obiettivo è evitare un lungo logoramento che favorirebbe l’avanzata dei grillini e aprire le urne prima di aprile.

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