PALERMO. Nel caldo afoso che ha accompagnato il giudizio di parifica al Rettorato di Palermo si avvertiva ancora di più il gelo con cui Davide Faraone è passato accanto a Crocetta. I due si sono ignorati. Ed è questa l’immagine simbolo di quello che sta accadendo intorno a Palazzo d’Orleans.
Da Roma l’obiettivo è stato dichiarato: voto anticipato entro la primavera del 2016. L’area che fa capo al sottosegretario alla Pubblica istruzione non esclude che si possa perfino anticipare al prossimo novembre. Saranno decisivi due passaggi: la riforma delle Province va approvata inderogabilmente entro fine luglio, un flop sarebbe il segnale che maggioranza e governo non «tengono» più.
E inoltre a questa riforma sono agganciati politicamente alcuni interventi statali sul fronte finanziario. Proprio questo fronte costituisce il secondo test a breve termine per capire se Crocetta supererà la crisi. Lunedì al ministero dell’Economia è fissato un vertice cruciale: se Roma non «sgancerà» i 300 milioni su cui la Regione conta per chiudere il bilancio 2015, da subito Crocetta non sarà più in grado di pagare gli stipendi a forestali e precari vari e sarà costretto anche a bloccare i finanziamenti ai Comuni. Una catastrofe.
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