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Immigrazione, Alfano: "Faremo più rimpatri"

«L'opinione pubblica è stanca. Accogliamo i profughi e facciamo tornare a casa chi non ha diritto di stare in Italia - ha proseguito -. Rimpatrieremo il più altro numero di persone che possiamo rimpatriare»

PALERMO. «Un aspetto importante in tema di immigrazione è quello dei rimpatri, l'accoglienza  dobbiamo garantirla a chi scappa dalla guerra, ma dobbiamo anche rimpatriare chi arriva illegalmente». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenendo al Festival del Lavoro in corso a Palermo, sul tema dell'immigrazione. «Abbiamo vissuto una crisi economica più lunga di una guerra mondiale e abbiamo un grave problema di disoccupazione, immaginare che un immigrato tolga lavoro ad un italiano è impensabile, gli italiani non vedranno rubati posti di lavoro dagli immigrati», ha
sottolineato Alfano.

«L'opinione pubblica è stanca. Accogliamo i profughi e facciamo tornare a casa chi non ha diritto di stare in Italia - ha proseguito -. Rimpatrieremo il più altro numero di persone che possiamo rimpatriare». «Ieri c'è stato il vertice dei capi di Governo Ue e per la prima volta l'Italia riceve a livello europeo i primi risultati in tema di immigrazione». Ha proseguito Alfano. «Abbiamo ottenuto più di quanto si sia mai ottenuto. Il Regolamento di Dublino è molto penalizzante per l'Italia, prevede che gli immigrati rimangano nel Paese dove  arrivano. Ieri si è deciso che 24mila migranti saranno accolti nel resto d'Europa, per la prima volta il diritto sancito dal regolamento di Dublino viene messo in discussione», ha proseguito.

Poi Alfano ha espresso «grande soliderietà al popolo francese tunisino e del Kuwait. Siamo vicini ai popoli e alle loro famiglie. Le nostre forze di intelligence lavorano 24 ore su 24 perchè nessun paese è fuori pericolo».

Ironico il commento del leader della Lega Nord Matteo Salvini alle parole di Alfano: «Ho sentito il videomessaggio di Alfano in cui parlava dei rimpatri degli immigrati, sembrava un leghista. Solo ora si è svegliato. Fino a 15 giorni fa dire che bisognava espellerli era una roba da barbari, mentre oggi è il Governo a dirlo».

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