PALERMO. Il rinvio dei tagli a sindaci e consiglieri comunali lo pagheranno i cittadini siciliani. La norma che l’Ars ha varato giovedì ha spostato in avanti di alcuni anni la riduzione del 20% nelle buste paga dei politici degli enti locali ma nel bilancio regionale approvato il 30 aprile il governo aveva già contabilizzato i risparmi previsti: quest’anno i Comuni avranno 18 milioni in meno.
Somme che ora dovranno risparmiare da altre voci di spesa legate a servizi pubblici o coprire con altre entrate (per lo più tasse locali). A colpi di emendamento - sull’asse Pd-Ncd - il Parlamento ha modificato il piano del governo decidendo che i tagli non scatteranno subito ma solo dalle prossime elezioni: ci sono Comuni che vedranno ridurre gli stipendi di sindaci e consiglieri solo fra cinque anni. I primi a imporre il taglio saranno gli 80 in cui si voterà nel 2016. Per tutti gli altri si slitterà via via al 2017 e al 2018 fino al 2020.
La giunta aveva invece previsto che da luglio in tutti i 390 Comuni scattasse la cura dimagrante. Anche perchè nel resto d’Italia già dal 2011 i sindaci e i consiglieri guadagnano il 20% in meno. L’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, scommettendo sull’approvazione della norma taglia stipendi, ha già assegnato ai Comuni 18 milioni in meno.
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