MILANO. "Oggi non ho richieste nè intendo lamentarmi con il Governo di alcunchè", dice Giorgio Squinzi all'assemblea di Confindustria. "Gli chiedo semplicemente di non smarrire la determinazione perchè questa è la condizione necessaria, indispensabile, per cambiare il Paese, e perchè i compiti (...) in attesa di soluzione da anni, sono molto, ma molto, impegnativi".
''Qualcosa e non poco si muove e sta cambiando. Le riforme avviate e alcune misure di politica economica adottate testimoniano del lavoro svolto dal Governo e sono una cifra importante anche dell'impegno di Confindustria in favore delle imprese''. Squinzi ricorda tra le altre il calo dell'Irap, il jobs act e la delega fiscale.
L'invito di Confindustria alle parti sociali è: "Rivendichiamo il diritto di essere noi stessi a regolare i nostri rapporti piuttosto che qualcuno proceda per legge", dice Squinzi. Sul fronte delle regole dei contratti dice: servono "legami più forti e stringenti" salari-produttività, e va evitato che "le imprese siano costrette a sommare i costi di due livelli di contrattazione".
''Con questo governo che pure pare più attento, la manina antimpresa ogni tanto si esercita''. "Canone su imbullonati, Tasi su invenduto, reati ambientali - dice - ''tanto assurdi che faccio fatica a raccontarli all'estero''. C'è ''un abito mentale diffuso che pensa ancora a imprenditore, come nemico della collettività'''.
''Oggi ci sono segni di risveglio accenni di crescita'', ''segni di risveglio che mi confortano'' ma ''il crinale tra crescita e stagnazione è però assai sottile, perciò i germogli del cambiamento che si vedono vanno protetti e difesi, aiutati a crescere da un sistema associativo saldo''.
Caricamento commenti
Commenta la notizia