ROMA. Sull'onda dello storico sì dell'Irlanda, per arrivare all'ok del Senato prima delle vacanze. Il Pd tenta di sfruttare la svolta dell'isola di smeraldo sulle nozze gay per un giro di vite sullo spinosissimo dossier delle unioni civili, sul quale la commissione Giustizia al Senato lavorerà dopo le Regionali. E saranno giorni di fuoco perché il tema continua a dividere la maggioranza, con Ap sulle barricate, e ad alimentare il dibattito anche tra i Dem dove, su alcuni punti, permangono divergenze.
Sull'argomento arriva la spinta della presidente della Camera Laura Boldrini sullo stesso binario: «È tempo che anche l'Italia abbia una legge sulle unioni civili. Essere europei significa riconoscere i diritti», è il suo tweet. Le intenzioni sarebbero insomma quelle di concentrarsi sulle unioni civili sicuramente dopo la riforma della scuola, incastrando il dossier con quello, altrettanto delicato, delle riforme e giungendo al sì di Palazzo Madama entro l'estate. «Pd e governo sono impegnati a fare presto e bene», sottolinea la responsabile Welfare, terzo settore, immigrazione e diritti civili dei Dem Micaela Campana. Ma, se da un lato il Pd punta sull'acceleratore, con l'ipotesi 'canguro' in commissione - visti gli oltre 4mila emendamenti depositati, 3mila solo dai centristi - dall'altro si continua a perseguire la via di una mediazione con Ap su alcuni punti, a cominciare dalla pressochè totale eliminazione, dal testo base Cirinnà, di qualsiasi riferimento al matrimonio o all'art. 29 della Costituzione.
Sul Titolo I del ddl, che istituisce le unioni civili, e sulla stepchild adoption (l'adozione del bambino che è figlio biologico di uno solo tra i due componenti della coppia), le aperture dal Pd sembrano però minime, benchè in commissione al Senato siano arrivati anche emendamenti Dem che prevedono l'affidamento in luogo dell'adozione. «Il Pd non si tira indietro rispetto a questa battaglia di civiltà. Lo faremo subito dopo le elezioni. C'è la volontà di arrivare fino in fondo», sottolinea il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi non sbilanciandosi, al tempo stesso, sul sì irlandese ad un passo decisamente diverso dal modello tedesco al quale guardano Pd e governo: «Rispettiamo la scelta del popolo d'Irlanda».
E se Beppe Fioroni reputa «molto interessante» la strada di un referendum su questi temi che, tuttavia, essendo propositivo non è previsto dalla Carta, Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia parla di «schiaffone» irlandese, l'Arci di «svolta storica» e Equality di «lezione» per l'Italia. Plaudono anche Roberto Speranza e Sel, a testimonianza del fatto che, al Senato, il Pd potrà contare sulla minoranza Dem e su un'asse con M5S e Sel anche in commissione. Mentre Maurizio Sacconi ribadisce la contrarietà di Ap su adozioni e pensioni di reversibilità nelle stesse ore in cui, in tutta Italia, si moltiplicano i presidi delle 'Sentinelle in piedì, a favore della «famiglia tradizionale»: nonostante la spinta irlandese la battaglia, dentro e fuori il Parlamento, non sarà facile.
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