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Salvini, nuovo attacco a Renzi: "E' più cattivo di Berlusconi"

 MILANO. Renzi? «È molto più cattivo di Berlusconi. Occupa ogni posizione di potere. O sei con lui o ti asfalta»: parola di Matteo Salvini, il segretario federale della Lega, che parla di se e del suo impegno in un libro, scritto dai giornalisti Alessandro Franzi e Alessandro Madron, intitolato 'Matteo Salvini #ilMilitante’ edito dalla casa editrice digitale fiorentina goWare, in uscita domani. Nel volume, corredato da una vasta documentazione iconografica sia sulla storia della Lega attraverso i manifesti, sia sui principali avvenimenti che hanno visto protagonista Salvini, si racconta l'infanzia e l'ascesa dell'attuale capo del Carroccio.

Il volume contiene anche una intervista in cui Salvini racconta dei suoi esordi in politica e di come vede il futuro «Ero studente di liceo - racconta Salvini - ero circondato da studenti di sinistra o ciellini. Mi colpì però un manifesto della Lega che diceva 'sono lombardo e voto lombardo’, che è ancora nel mio ufficio. Mi ha affascinato questo discorso legato al territorio: a scuola si parlava sempre di destra e sinistra, di comunisti e fascisti, a me incuriosiva invece il discorso su identità, autonomia, federalismo, comunità. Quindi entrai a vedere se c'erano altri ragazzi come me che la pensavano come me. Eravamo in tre. Io del liceo Manzoni. Poi c'era un altro Matteo, del Berchet, e c'era il Guido del liceo Parini. Dopo venticinque anni io sono ancora qui.

Alla domanda come mai consideri più avversario Renzi rispetto a Grillo, il segretario leghista risponde «perchè Renzi governa e controlla con cattiveria. Occupa ogni posizione di potere. O sei con lui o ti asfalta. È molto più cattivo di Berlusconi. Grillo non mi spaventa. È partito con tanti buoni presupposti e anche buone idee, però i suoi non sono fatti per governare. Grillo non andrà mai a governare. Quanto a me, non mi interessa avere tanti voti e non contare niente: voglio avere un voto in più di chi sta governando per andare a governare e provare a cambiare questo paese».

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