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Liberi consorzi, Venturino: "Sia rispettata la volontà espressa dai Comuni"

Il presidente vicario all'Ars ha criticato la legge regionale sulla riforma delle ex Province

PALERMO. "Il rispetto dei principi della legge che riforma le Province in Italia, cosiddetta Delrio, non significa che la Sicilia debba perdere la possibilità di agire dal punto di vista legislativo in modo autonomo. Giusto tener conto della legge dello Stato, ma recepire “sic e simpliciter” la “Delrio”  incide sulla nostra autonomia speciale”. Lo afferma il vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino che, nel suo intervento, a Sala d’Ercole, ha criticato la legge del Governo regionale e ha richiesto di proseguire in Aula la discussione del testo evitando così il suo ritorno in Commissione.

“Questa legge è stata varata in fretta, tra mille contraddizioni e difetti, inoltre è stata anche gestita male e così come è non funziona. Devono essere i deputati a modificarla, esamineremo uno per uno gli emendamenti e sarà seguita la volontà dell’Aula, che è sempre sovrana”, ha affermato Venturino.

Diversi comuni, nel rispetto della legge 8/2014, ad oggi in vigore, si sono espressi con referendum confermativi sui Liberi consorzi a cui aderire, per esempio Piazza Armerina, Gela, Niscemi, ma “forse il legislatore regionale – ha proseguito Venturino - non si rende conto che quel che è in gioco, al di là della singola questione di merito, è il bene più prezioso su cui si fonda il patto tra cittadini e Stato di diritto: la credibilità delle istituzioni”.

“Non si può rinnegare oggi la riforma sui Liberi Consorzi – ha aggiunto Venturino -. La scelta (non obbligata) di far coincidere le Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina con le rispettive (ex) province, oltre che accomunare territori dai diversi interessi socio-economici (Catania amministrerebbe un territorio che andrebbe dalla Costa Ionica fino a Gela, un esempio su tutti), violerebbe il diritto all’autodeterminazione di quei comuni come Gela, Piazza Armerina, Niscemi, Licodia Eubea, Acireale e Termini Imerese, che, con ampie maggioranze consiliari, talora confermate per referendum, avevano deciso diversamente. I referendum – ha sottolineato Venturino – hanno natura giuridica confermativa e non consultiva e del loro esito, quindi, il legislatore regionale deve solo limitarsi a prendere atto”.

Tra gli emendamenti su cui Venturino è pronto a dare battaglia in Aula, l’istituzione di dieci Liberi Consorzi più le tre Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina, l’istituzione dei due Liberi Consorzi di Catania Nord (che coincide con il territorio dei comuni a nord di Catania) e Catania Sud (che coincide con il territorio dei comuni a sud di Catania, inclusi i comuni di Piazza Armerina, Gela e Niscemi che vi hanno aderito), la gratuità di tutti gli incarichi esercitati dagli organi dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, prevedendo rimborsi per le spese effettivamente sostenute e documentate.

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