RIVISONDOLI. «Resteremo al governo per continuare a poter fare e vincere le battaglie in cui crediamo». Angelino Alfano stoppa i malumori nati all'interno di Ncd dopo le dimissioni «forzate» di Maurizio Lupi da ministro delle Infrastrutture e risponde alla capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo, arrivata ad ipotizzare un «appoggio esterno all'esecutivo» per reagire «alla arroganza insopportabile di Renzi».
La bufera per le dimissioni di Lupi dalla guida del dicastero delle Infrastrutture non si è ancora placata nel partito, al cui interno c'è chi non ha gradito «il silenzio da Ponzio Pilato» di Matteo Renzi e rinfaccia ad Alfano di essere stato troppo accondiscendente nei confronti del premier. Malumori alimentati dal sospetto che il presidente del Consiglio voglia sostituire Lupi con «uno dei suoi» mentre nulla dice sui «sottosegretari indagati del Pd rimasti al loro posto». La convention dei giovani del partito, organizzata a Rivisondoli, in Abruzzo, ed alla quale prendono parte tutti i big del partito, diventa lo scenario dello scontro tra le diverse anime centriste.
Ad aprire il dibattito è la De Girolamo che, proprio davanti alla platea di «LaboratorioFuturo», prima si dice pronta a lasciare a Lupi il suo posto da capogruppo («La politica non si fa con le poltrone ma con le idee. Il mio posto non è mio ma del partito», poi avanza la richiesta di «un'assemblea generale di Alleanza Popolare per capire dove sta andando il partito» e per «dire no al renzismo». La sala applaude. Il capogruppo al Senato Renato Schifani è il primo a rispondere: «Dobbiamo essere orgogliosi di quanto fatto finora - dice - Dobbiamo anche dire dei no a Renzi ma non in una logica di sfascio». Più netto Gaetano Quagliariello, secondo cui «chi continua ad alimentare retroscena, un giorno si ritroverà ad essere fuori dalla scena». Sulla stessa linea anche il ministro Beatrice Lorenzin: «In questo momento dobbiamo salvare il paese e allo stesso tempo impegnarci per ricostruire il centrodestra».
La risposta più dura è quella di Alfano. Il segretario del partito arriva nel pomeriggio e replica direttamente alla De Girolamo: «Arriva la ripresa e qualcuno parla di sostegno esterno al governo. È una follia: noi dobbiamo prendercene i meriti. La lasciamo al Pd? Ma di cosa stiamo parlando? Sembra la barzelletta dei pazzi che devono superare 100 cancelli e si fermano al 99/mo perchè sono stanchi e poi tornano indietro». «Noi resteremo in questo governo - sottolinea - finchè si faranno le cose che diciamo noi». E cita i «successi ottenuti finora»: «La responsabilità civile dei magistrati; l'eliminazione dell'articolo 18, il sostegno alla natalità con mezzo miliardo di euro per le neo-mamme; l'eliminazione progressiva dell'Irap».
Poi attacca la minoranza Pd: «Se è arrabbiata, se Landini è arrabbiato, se la Camusso è arrabbiata, allora significa che abbiamo fatto bene». Ma il ministro ne ha anche per Fi e Silvio Berlusconi: «Dopo che siamo riusciti a diventare una forza autonoma ed indipendente, chiunque può togliersi dalla testa di prenderci con le orecchie basse e di riportarci nel vecchio centrodestra. Vogliamo costruire una nuova casa politica che si trova tra Renzi e l'estremismo di Salvini». «Per farlo - conclude - ci vorrà tempo e fatica».
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