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Pannella: Berlusconi come Tortora, perseguitato da toghe

Il leader radicale punta il dito contro l'obbligatorietà dell'azione penale, che «colpisce tutti. Il 35 per cento della gente che sta in galera viene poi dichiarata innocente».

ROMA. «Quando ho saputo di Berlusconi ho pensato allo scandalo di Enzo Tortora. Mi viene in mente il dramma della giustizia: la politica è condizionata da sentenze manifestamente ingiuste». Per il leader radicale Marco Pannella, intervistato da Qn, nella vicenda «una componente persecutoria è innegabile».

«È chiaro che nella corporazione dei giudici esiste una minoranza agguerrita e in buona fede, per carità, che però sbaglia. E quindi dobbiamo fare in modo che prevalga un vero stato di diritto», dice Pannella. «In questi anni è continuata la vergogna di confondere problemi di costume con questioni pubbliche. C'è roba più seria e urgente per lo Stato italiano. Un dato su tutti - prosegue - mi sembra evidente. Gli anti-berlusconiani sono stati sputtanati. Anti-berlusconiani che io posso anche stimare, sia chiaro. Devono capire che lo Stato italiano deve rientrare nella legalità».

Pannella punta il dito contro l'obbligatorietà dell'azione penale, che «colpisce tutti. Il 35 per cento della gente che sta in galera viene poi dichiarata innocente».

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