ARCORE. Forza Italia e Lega Nord ci riprovano. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si incontrano, con un blitz notturno del leader del Carroccio nella villa del Cavaliere ad Arcore, e prospettano un nuovo cammino comune per i due principali partiti di centrodestra. Un'intesa che punta alle elezioni regionali di maggio ma che, per ora, si limita ad una dichiarazione di guerra al governo di Matteo Renzi: «Opposizione parlamentare a 360 gradi». La discussione sulle candidature per il voto regionale è ancora all'inizio: Salvini insiste sulla «conventio ad excludendum» nei confronti di Angelino Alfano, reo di sostenere l'esecutivo, ed invita Fi ad appoggiare i candidati leghisti in Liguria e Veneto.
Il Cavaliere prende tempo per lasciare sempre aperta la porta con Ncd, e in attesa di poter scendere in campo a marzo e così potersi impegnare in prima persona in campagna elettorale. I «falchi» di Forza Italia spingono per chiudere l'accordo con la Lega ma le «colombe» frenano l'ex premier e lo mettono in guardia sul pericolo di un «abbraccio mortale» con il Carroccio («il flop di Fi al voto in Emilia-Romagna insegna») e soprattutto sulla reale convenienza di intraprendere la strada dello scontro frontale con Renzi. Molti azzurri, e tra loro molti «verdiniani», non vogliono buttare all'aria - che il patto del Nazareno resista ancora o meno - l'accordo sulle riforme ed in particolare quello sulla legge elettorale.
Lo scontro frontale non conviene e meno che mai alla vigilia di provvedimenti come quello sulla delega fiscale, avrebbero suggerito oggi ad Arcore alcuni fedelissimi a Berlusconi. Poi c'è il rischio di non avere alcuna presidenza di Regione al Nord dopo aver già ceduto al Carroccio quelle della Lombardia, del Veneto e del Piemonte (persa dopo il nuovo voto del 2014). L'ex premier, però, deve fare i conti anche con il pressing interno di Raffaele Fitto: «Mi verrebbe da dire a chi in Forza Italia ci raggiunge sulle frontiere dell'opposizione: »Benvenuti! Meglio tardi che mai!« Purtroppo, però, la frittata è già stata fatta», sottolinea l'europarlamentare azzurro costretto ad alzare i toni per tenere viva la tensione in vista della convention dei «ricostruttori azzurri» del prossimo 21 febbraio. La Lega osserva e prova a trarne il massimo profitto.
Salvini vuole affrontare da una posizione di vantaggio le trattative con Berlusconi: «Forza Italia, a quanto ci hanno detto, ha deciso di essere all'opposizione. Questo ci riempie di gioia, la facevamo da soli per troppi mesi. Vediamo se la ritrovata opposizione sarà duratura o temporanea», chiosa il segretario del Carroccio. Quanto alle regionali, «ci mettiamo a disposizione coi nostri uomini e i nostri programmi» ma «non è possibile che il simbolo della Lega Nord sia affiancato da quello dell'Ncd di Alfano». L'intesa Fi-Carroccio mette in serie difficoltà Ncd.
Se andasse in porto il progetto di Salvini che esclude i centristi dall'alleanza per le elezioni in Veneto, il partito di Alfano sarebbe pronto anche ad appoggiare un candidato del Pd in Campania, altra Regione in bilico. Una scelta, quest'ultima, che metterebbe a rischio la tenuta di molti parlamentari. Nunzia De Girolamo in questi giorni ha intensificato i contatti con Giovanni Toti con l'obiettivo di ancorare Ncd agli azzurri. Come se non bastasse, Alfano deve tenere conto delle fibrillazioni dei suoi parlamentari di area cattolica messi in allarme dalle indiscrezioni sulle aperture di Renzi in merito alle unioni gay: nel partito non manca chi è convinto che si possa trattare di un'offerta alla minoranza Dem in cambio di un ammorbidimento sulla legge elettorale. Di questo avrebbero parlato Alfano e Renzi nell'incontro a Palazzo Chigi nel corso del quale - riferiscono fonti parlamentari - il ministro dell'Interno avrebbe comunque ricevuto rassicurazioni.
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