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D’Alia: «Statuti speciali vecchi di 60 anni, vanno rivisti»

Il leader Udc eletto presidente della Bicamerale per le questioni regionali: in Sicilia si riscrivano le norme che disciplinano i rapporti finanziari con lo Stato

PALERMO. Gianpiero D’Alia è il nuovo presidente della commissione bicamerale per le Questioni regionali. L’ex ministro per la Funzione pubblica, oggi leader dell’Udc, è stato eletto ieri alla guida dell’organismo che, tra l’altro, è chiamato a fornire il proprio parere nelle ipotesi di scioglimento dei consigli regionali.
Arriva alla guida della commissione bicamerale proprio nel momento in cui il ruolo delle Regioni è messo in discussione da vari progetti di riforma.
«La commissione è importante proprio perchè svolge un ruolo di raccordo fra le iniziative dello Stato e le Regioni, ancora di più in questo momento in cui si stanno riscrivendo i rapporti fra Roma e le Autonomie locali. È la fase in cui si stanno disciplinando i rapporti finanziari fra lo Stato e le Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale».
Che futuro vede per l’Autonomia della Sicilia, da più parti messa in discussione?
«In linea generale è opportuna una revisione degli Statuti speciali, tutti approvati nella prima metà del secolo scorso. Vanno adeguati alle mutate esigenze. Per la Sicilia va prima di tutto verificata la reale attuazione delle norme statutarie, a cominciare da quelle che disciplinano i rapporti finanziari con lo Stato. In questo senso la commissione che presiedo ha anche un ruolo di stimolo nei confronti del governo».
La Sicilia vive il momento peggiore della sua storia dal punto di vista finanziario. Come pensa che potrà uscirne?
«La crisi è comune a tante Regioni. E la principale causa è ricollegabile al crescente numero di strutture amministrative dopo l’entrata in vigore della riforma del Titolo V della Costituzione. Ciò ha determinato una crescita incontrollata della spesa pubblica e ci ha portato alla recessione».

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