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Fisco, Capezzone a Renzi: svolta? Sì, ma nella direzione sbagliata

Il presidente della Commissione Finanze della Camera: trattamento privilegiato di un pugno di imprese pubbliche e di un pugno di mega imprese private, dimenticando tutte le altre

ROMA. "È noto che non ho mai fatto polemiche pregiudiziali verso il Governo Renzi. Proprio i parlamentari del PD membri della Commissione Finanze sono testimoni del mio approccio non fazioso e propositivo, al di là delle appartenenze di maggioranza o (nel mio caso) di minoranza. Ma fa specie sentire che il Premier parli di svolta rispetto alla delega fiscale".

Lo afferma in una nota il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone (Fi) sottolineando che "c'è da rimanere esterrefatti nello scoprire che uno dei punti fondamentali della delega, che il Governo era chiamato ad attuare, e cioè la cooperazione fisco-imprese, sia stata riservata dal Governo solo alle imprese oltre i 10 miliardi di euro di fatturato". "E tutti gli altri?", si chiede Capezzone. "E le piccole e medie imprese? Il Governo - osserva - ha dimenticato oltre il 90% delle imprese italiane, quelle più tartassate dal fisco. Ce ne occuperemo nei passaggi parlamentari", promette.

"Confermo (e parlo come il parlamentare che è stato relatore della delega e ne ha materialmente scritto le parti più innovative) che Renzi e il suo Governo non hanno compreso il valore strategico della delega. È stato un regalo fatto al Governo dal Parlamento: se lo sono ritrovati sul tavolo da marzo scorso, appena insediati. Ma non solo non c'è stata attuazione per circa il 70% dei contenuti della delega, ma ora, su un punto qualificante, si sceglie la via del trattamento privilegiato di un pugno di imprese pubbliche e di un pugno di mega imprese private, dimenticando tutte le altre. Così non si cambia verso...", conclude l'esponente di Forza Italia.

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