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Crocetta: «Tagli da 500 milioni nella Sanità, ma Roma ci aiuti»

Il presidente: si deve recuperare un miliardo e mezzo nel Bilancio. Tra le ipotesi l’uso dei fondi europei per pagare i forestali e i precari di Esa e Consorzi di bonifica Oggi vertice Baccei-Delrio

PALERMO. Tagliare almeno 500 milioni nella sanità e spostare la spesa per forestali e operai dei cosorzi di bonifica e dell’Esa sui fondi europei. Rosario Crocetta traccia la rotta per far quadrare i conti regionali ma avverte: «Roma non può disinteressarsi dei problemi della Sicilia. Quello che stiamo preparando è un bilancio provvisorio, che serve solo a iniziare l’anno. Poi dovremo trovare col governo nazionale l’intesa su misure cruciali».

I tagli in arrivo

L’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sta mettendo a punto un bilancio che prevede tagli per un miliardo e mezzo: quasi tutti i capitoli di spesa verranno ridotti mediamente del 20/25% rispetto a quest’anno. Previsti tagli per i fondi che finanziano i precari degli enti locali, le pensioni (in arrivo un nuovo prelievo di solidarietà) e le retribuzioni dei regionali (soprattutto i dirigenti) e dei forestali. Ridotti anche i finanziamenti all’Ars. Martedì il provvedimento arriverà in giunta e servirà come base per l’esercizio provvisorio.

I tagli ai regionali

Il presidente precisa che «le misure sul personale le ho chieste io da tempo, dovevano già entrare nelle Finanziarie precedenti. Toglieremo circa 800 posizioni dirigenziali e le relative indennità, come ci chiede la Corte dei Conti. Ma oltre ai tagli faremo una riqualificazione del personale, che passa dai prepensionamenti per alleggerire gli organici e risparmiare 40 milioni in 3 anni».

I fondi Ue per i forestali

Crocetta ha chiesto all’assessore all’Economia di mettere a punto un piano che permetta anche di «avere progetti di investimento a tutela del territorio da finanziare con i fondi europei e su cui impiegare i forestali, gli operai dei consorzi di bonifica e dell’Esa. In questo modo sgraveremmo il bilancio regionale e accelereremmo la spesa dei contributi comunitari».

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