PALERMO. Alcuni hanno incassato quasi 15 mila euro netti, altri solo 3 mila ma tutti possono dire di aver ricevuto questi stipendi malgrado nessuno gli chieda di lavorare. È l’ultimo atto del caso Sas.
La partecipata regionale è stata recentemente condannata dai tribunali del lavoro di Palermo e Agrigento ad assumere con contratto a tempo indeterminato 25 ex precari - i cosiddetti interinali - che non erano stati confermati. La vicenda nasce quando la Sas prende vita, due anni fa, dalla fusione di Multiservizi, Biosphera e Beni culturali spa.
Fra la primavera e luglio le prime sentenze favorevoli agli ex precari hanno scosso la Sas.
Visto che ci sono almeno un centinaio di ricorsi analoghi che stanno lentamente arrivando a sentenza e che, se persi tutti, provocherebbero un aumento stabile dei costi per il personale pari a 3 milioni. Ogni nuovo lavoratore costa al lordo poco meno di 30 mila euro.
Per via di questo rischio la Sas non ha ancora perfezionato l’assunzione dei primi ricorrenti, manca l’immissione in servizio.
«Ma dobbiamo ugualmente adeguarci alle sentenze pagando quanto il giudice ha concesso in termini di mensilità arretrate» spiega il presidente Giuseppe Di Stefano. In pratica, pur essendo costretta ad assumere già da alcuni mesi, la Sas ha rinviato l’entrata in servizio dei precari ma ha già iniziato a pagarli. Alcuni dei 25 ricorrenti-vincitori hanno ricevuto fino a dieci mensilità arretrate che valgono oltre 15 mila euro netti, altri hanno ricevuto appena due mensilità. Ma già ieri la società aveva informato i ricorrenti che sono pronti altri assegni relativi ai mesi di luglio, agosto e settembre.
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