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Vita da precario, Bontempo: «Il sindacato ? Potere lontano dai lavoratori»

Parla il leader del Movimento giovani lavoratori: «A differenza delle organizzazioni classiche, da noi niente imposizioni agli iscritti»

All’interno del Movimento giovani lavoratori viene definito «il trascinatore». Massimo Bontempo ha 46 anni, una moglie e due figli. È un lavoratore precario al Comune di Capo d’Orlando. Insieme a Giuseppe Gardenia e Giuseppe Sergio Leggio, porta avanti le iniziative a favore dei colleghi che lavorano nella pubblica amministrazione all’interno di un sindacato autonomo. Anche se alla parola «sindacato» Massimo Bontempo tiene a precisare: «Non abbiamo nulla in comune con i sindacati e, soprattutto, con le logiche che li governano».

Precario da 25 anni. Come inizia il suo percorso professionale?

«Ho iniziato all’interno di una cooperativa. Faccio parte del famoso bacino degli ex articolo 23. Lavoravo a Galati Mamertino. Era il 1990 e avevo 22 anni. Mi occupavo nello specifico del Parco dei Nebrodi: dalla sentieristica alla guida all’interno dell’area stessa. Ricordo ancora oggi il primo rimborso che ho preso: 480 mila lire».

Il lavoro all’interno di questa cooperativa quanto è durato?

«Questo progetto doveva inizialmente durare soltanto un anno. In realtà, a forza di lotte, abbiamo ottenuto proroghe annuali. E così, di anno in anno, siamo arrivati al 1995. Ci siamo battuti e siamo stati «assorbiti» dagli enti locali grazie ad una legge regionale. Oggi lavoro al comune di Capo d’Orlando, all’ufficio tecnico, Ambiente e manutenzione».

È stato mai iscritto ad un sindacato?

«Mai. Quando ho iniziato mi trovavo in un paese di montagna. Realtà isolata, quindi. Sentivo comunque parlare del Movimento giovani lavoratori. E proprio durante le lotte fatte per ottenere la proroga del progetto ho avuto i primi contatti con questa realtà che nulla ha a che dividere con le più note sigle sindacali».

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