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Stop al Commissario dello Stato in Sicilia, al prefetto resta solo il potere di sciogliere l’Ars

La sentenza della Consulta toglie all'ufficio la sua funzione principale

PALERMO. La figura del Commissario dello Stato non viene cancellata. Perde però la sua funzione principale, che era quella di impugnare le leggi o gli articoli ritenuti incostituzionali proponendo il ricorso alla Consulta e impedendo l’entrata in vigore. Al Commissario dello Stato resta invece il potere di proporre a Roma lo scioglimento dell’Ars in caso di gravi violazioni (come la mancata approvazione del bilancio). Il Commissario potrà ancora proporre al governo nazionale la sospensione di amministratori e deputati regionali che, dopo condanne, risultano incompatibili alla luce della legge Severino. Il primo Commissario fu il prefetto Renato Vittorelli che si insediò nel 1947 grazie a un decreto del capo provvisorio dello Stato. In totale sono stati 19. Attualmente il ruolo è assegnato a Carmelo Aronica.

La sentenza della Consulta, di cui è relatore il siciliano Sergio Mattarella, è la 255 e conclude un procedimento iniziato per la verità in estate quando fu sollevato il conflitto di costituzionalità con le norme che a livello nazionale hanno modificato l’articolo 127 della Costituzione. In estrema sintesi, secondo la Consulta, un controllo preventivo assicura un’autonomia meno ampia rispetto a quello successivo. E dunque dal punto di vista dell’entrata in vigore delle norme una Regione a statuto ordinario sarebbe favorita rispetto alla Sicilia.

Da questo momento in poi, dunque, in Sicilia le leggi approvate dall’Ars entreranno subito in vigore e sarà il governo nazionale, entro sessanta giorni, a impugnarle davanti alla Consulta se ritiene che travalicano le competenze statutarie.

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