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Assenteisti alla Regione: in estate boom in musei e parchi

Tra luglio e settembre il maggior numero di giornate non lavorate nel turismo e nei beni culturali. L’ufficio di bruxelles passa dalla maglia nera dell’ultima valutazione a quella rosa: tutti presenti in tre mesi

PALERMO. Nel bel mezzo dell’estate sono stati i dipendenti del dipartimento del Turismo e dei Beni culturali a fare registrare il tasso di assenza più elevato in tutta la Regione. Paradossi di una Sicilia ancora oggi alle prese col problema delle aperture domenicali di parchi e musei nonostante i 1.500 custodi in servizio e che oltre ai limiti contrattuali sugli straordinari deve fare i conti con malanni fuori stagione e assenze sopra la media.
Tra luglio e settembre impiegati e operai dei siti culturali hanno fatto registrare 19.044 giorni di assenza con una percentuale pari all'11,24 per cento di giorni non lavorati. E scendendo nel dettaglio, viaggiando tra i musei di periferia sparsi per la Sicilia, i numeri che saltano fuori sono piuttosto singolari.

Succede ad esempio che ad agosto, al museo regionale Agostino Pepoli di Trapani, i dipendenti si siano assentati per malattia in media 2,85 giorni ciascuno, mentre considerando anche altri motivi (come congedi parentali o sindacali) le assenze salgono a 4,18. I dati sono praticamente il doppio di quanto registrato in tutto il 2013 nei vari settori dell’amministrazione: in media i regionali si sono assentati lo scorso anno due giorni al mese per malattia e altri motivi, ad esempio per beneficiare della 104 e accudire familiari infermi o per maternità, e un giorno solo per malattia.

«Ma i veri problemi - spiega il dirigente del museo Pepoli, Luigi Biondo - sono stati causati dallo stop ai fondi per le pulizie. Per cinque mesi, estate compresa, non abbiamo avuto risorse per pulire i seimila metri quadri di superficie del sito».
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