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Cena Pd: raccolti oltre 1,5 milioni in due serate

«Rimettiamo l'Italia in moto», promette Renzi.

ROMA. Oltre un milione e mezzo di euro raccolti in due serate. Dopo gli 800 ospiti di Milano, a Roma accorrono oltre 900 partecipanti alla cena di finanziamento del Pd organizzata da Matteo Renzi. Il premier si fa aspettare,
arriva quando sono quasi le dieci, ma spiega l'importanza del contributo dei presenti - dal presidente della Roma Pallotta a imprenditori con passato di centrodestra e professionisti - non solo per le casse del Pd, in tempo di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ma anche per il suo progetto
di cambiamento: «Rimettiamo l'Italia in moto», promette. Renzi concede un lungo discorso intervallato da video che fanno un pò Leopolda, come quello del discorso di Kennedy davanti al muro di Berlino.

E inizia dall'Europa: «È finito il tempo della rendita. La crescita in Ue è bloccata intorno allo 0 per cento. L'Europa è ai box. Gli indicatori ci dicono che le cose non vanno». Ma il messaggio è che si può invertire la rotta. A partire dalle riforme: «Non accetteremo mai l'idea che il Paese sia bloccato dai veti. Ci dicono: avete rotto il patto del Nazareno. Non lo abbiamo rotto. Ma il primo patto è con i cittadini, quello per cui le riforme vanno fatte veloci». E poi avanti a parlare di fisco, P.a., giustizia, scuola. È illuminato dal tricolore, il Salone delle fontanedell'Eur. Ma nel colonnato, teatro in passato di cene elettorali berlusconiane, compare il simbolo del Pd. La minoranza dem storce il naso per l'iniziativa e Gianni Cuperlo annuncia che con gli emendamenti alla legge di stabilità darà «qualche piccolo dispiacere ai commensali che staccano mille euro per una cena».

Ma il giovane turco Matteo Orfini siede a uno dei tavoli: «Ero contrario all'abolizione del finanziamento pubblico ma ora che è fatta è necessario rivolgersi ai privati - concede - Ma alle Feste dell'Unità si mangia meglio», scherza. Il menù campano-romano preparato dal catering Palombini, tra parmigiana, ravioli cacio e pepe e filetto di manzo, viene servito ai tanti parlamentari dem che hanno fatto a gara a portare ospiti (ne vanta venti Salvatore Margiotta). All'Eur ci sono i renziani, da Maria Elena Boschi e Luca Lotti, a Ernesto Carbone. Ma c'è anche Beppe Fioroni, Walter Verini e la new entry dem Gennaro Migliore. Non mancano il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sindaco Ignazio Marino. Tra gli ospiti si avverte però una differenza rispetto alla cena milanese di giovedì. Al Nord più borghesia e piccola e media imprenditoria, nella capitale tanta più politica, qualche rappresentante del mondo dello spettacolo, costruttori, professionisti. A sorpresa all'ingresso compareilpresidente dell'As Roma James Pallotta, che glissa le domande ma dentro concede foto e raccoglie incoraggiamenti dei tifosi strette di mano. E poi, invitato da qualcuno, anche l'ex calciatore giallorosso Odoacre Chierico («Non ho pagato i mille euro», dice). Anche per questo fino a tarda sera gira voce che anche  Francesco Totti possa essere tra i commensali. Ma il «capitano» non si presenta. È rappresentato il mondo dei costruttori capitolini (si notano Parnasi, Toti, Cerasi), ci sono albergatori come Roscioli. Ma c'è anche il mondo dell'innovazione con Giorgia Albeltino, dirigente di Google Italia. E l'imprenditoria con Paolo Cerù, produttore del polistirolo. Ci sono il direttore generale della Lamborghini Umberto Possini e Annamaria Malato, numero uno della Salerno editrice. Presenti all'appello anche l'amico regista Fausto Brizzi e l'attrice Claudia Zanella. Ma anche Enzo Monaco, calabrese doc e presidente dell'accademia italiana del peperoncino, che dal portabagagli dell'auto tira fuori diverse casse di peperoncino per gli ospiti: «Così se serve ravviviamo la serata».

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