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Regionali, scatta la mobilità:
sì ai trasferimenti d’ufficio

La misura può essere adottata solo per «motivate esigenze organizzative». Caccia a novanta funzionari per la Formazione

PALERMO. Scatta la mobilità d’ufficio dei regionali. Da oggi in poi, solo per «motivate esigenze organizzative», i dipendenti potranno essere trasferiti d’imperio da un dipartimento all’altro. Il primo banco di prova sarà il reclutamento di una novantina di funzionari da spostare alla Formazione.

Dal dipartimento della Funzione pubblica assicurano di avere pieni poteri grazie alla nuova circolare pubblicata da qualche giorno dalla dirigente generale Luciana Giammanco, che fissa i criteri sulla rotazione degli impiegati a prescindere dal loro assenso. La Regione dovrà comunque rispettare dei criteri, come la distanza massima di 50 chilometri dall’ufficio di provenienza, mentre saranno tutelati i lavoratori con figli piccoli o un carico familiare maggiore. Gli effetti del provvedimento potrebbero comunque ben presto essere superati dalla contrattazione in corso tra Regione e sindacati, che intendono porre dei paletti e limitare al massimo la discrezionalità dei dirigenti nei trasferimenti.

Ma la trattativa durerà a lungo, per cui al momento, dicono, si terrà conto della circolare. Il problema della carenza d’organico alla Regione esiste da tempo. Ci sono uffici sovradimensionati e altri con poco personale. Nel 2012 in finanziaria si provò a regolare il trasferimento dei dipendenti all’interno degli stessi dipartimenti. Ma i problemi sono rimasti irrisolti e ora si proverà a trasferirli da un dipartimento all’altro.

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