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Regione, i dubbi del Cga sui tagli agli stipendi

Consiglio di giustizia a Crocetta: prevedere un tetto più basso rispetto a quello del decreto Monti a rischio incostituzionalità

PALERMO. Il tetto da 160 mila euro imposto da Crocetta agli stipendi dei dipendenti regionali potrebbe essere incostituzionale. Al punto che il Consiglio di giustizia amministrativa si è spinto a suggerire al governo «di valutare se applicarlo» in pendenza di giudizi di costituzionalità. Potrebbe quindi crollare l’impalcatura di una delle misure principali introdotte dal governo in estate per limitare la spesa pubblica sul personale.

Il parere del Cga, in estrema sintesi, suggerisce al governo di applicare il tetto fissato dallo Stato per i propri dipendenti: 240 mila euro. Un limite che ha fatto proprio anche l’Ars, non senza suscitare le polemiche del presidente della Regione.

Ma è stato proprio Crocetta, con una richiesta fatta ad agosto, a sollecitare il parare del Cga che adesso pone il governo di fronte a un bivio. Tecnicamente il parere era stato chiesto per verificare se il tetto allo stipendio si dovesse applicare anche ai dirigenti esterni - tra l’altro i più pagati - e in questo caso la risposta dei magistrati è stata positiva. Dunque il taglio va fatto anche a chi, come il segretario generale Patrizia Monterosso e il capo dell’Ufficio Legale Romeo Palma, proviene da altre amministrazioni.

Ma il Cga si sofferma poi a lungo sulla scelta del governo di andare oltre il tetto imposto da Renzi a livello nazionale e da Giovanni Ardizzone per i dipendenti del Parlamento regionale. Il Consiglio di giustizia amministrativa, in estrema sintesi, ritiene doveroso che la Regione tagli gli stipendi adeguandosi a misure statali: dunque non c’è il rischio di perdere ricorsi da parte dei dipendenti.

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