
PALERMO. Nuova tegole sui conti della Regione Siciliana. L’assessorato alle Attività produttive dovrà pagare la bellezza di 16 milioni di euro a una cooperativa ragusana per un progetto finanziato alla fine degli anni Ottanta nell’ambito di un bando per l’imprenditoria giovanile. Avviso che però, nel 1996, è stato revocato.
Ha inizio una guerra a suon di carte bollate che porta a lievitare l’iniziale finanziamento di circa 8 miliardi di lire agli attuali 16 milioni, praticamente il quadruplo. E questo perché per la prima sentenza del Tar ci sono voluti sette anni, per il secondo ricorso altri cinque anni e infine l’amministrazione regionale ha impiegati sei anni per pagare la ditta.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un complesso alberghiero che avrebbe impiegato 53 lavoratori. La ditta non si è arresa e adesso, dopo anni di sentenze vinte e passate in giudicato, ha ottenuto il diritto ad avere quelle somme. Quindi ha inviato l’ennesima diffida al governo chiedendo di eseguire le disposizioni dei giudici e invocando il risarcimento “per danni materiali e morali patiti da amministratori e soci”. La giunta ha così dovuto prendere atto delle sentenze e con una apposita legge approvata ha stanziato i 16 milioni di euro che saranno pagati dall’Ircac.
È il secondo contenzioso nel giro di poco tempo che il dipartimento guidato da Alessandro Ferrara, non certo responsabile dei fatti che risalgono a molti anni fa, si sta apprestando a chiudere per evitare ulteriori danni alle casse pubbliche. L’ultimo era stato il milione di euro da pagare a 33 lavoratori della Fiera del Mediterraneo dopo l’ennesima vittoria in tribunale per stipendi arretrati non pagati.
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