ROMA. Fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell'Assemblea, pari a 570 voti.
Servirà una nuova votazione, la diciottesima. Luciano Violante ha incassato 506 voti per la Corte costituzionale. Ignazio Caramazza ne ha ricevuti 422. Settantanove i consensi arrivati a Donato Bruno; altri 18 voti sono andati a Lorenza Carlassare.
Il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta, ha chiesto la verifica dei titoli di Luciano Violante per andare alla Consulta durante la riunione dei capigruppo a Montecitorio. È quanto si apprende da fonti parlamentari.
«Io non è che ce l'avessi proprio in particolare con Violante - aggiunge - volevo dire che c'è un problema di carattere generale sul fatto che non esiste un momento di verifica preventiva delle candidature prima del voto. I padri costituenti - spiega Brunetta al termine della Conferenza dei capigruppo - non so perchè ma non lo avevano previsto». «E invece, a mio avviso, è questo un tema sul quale si dovrebbe riflettere. Quello che è successo con Teresa Bene, ad esempio, è una dimostrazione di quello che sto dicendo. Se ci fosse stato un momento di verifica preventiva seria dei suoi titoli forse non sarebbe successo quello che è successo». Ora ad esempio - sottolinea il capogruppo di Fi alla Camera - noi martedì andremo a votare per il nuovo componente del Csm. E se noi lo eleggessimo e la Bene poi vincesse il ricorso che dice di aver presentato, cosa succederebbe?«. Per questo io ho chiesto che su tutti i candidati, sia per la Consulta sia per il Csm, si procedesse ad una verifica direttiva dei titoli».
RATTRISTATO IL CAPO DELLO STATO GIORGIO NAPOLITANO. «La frammentazione e la conflittualità che segnano gli schieramenti parlamentari hanno ancor una volta impedito il raggiungimento delle convergenze necessarie per la elezione dei due giudici costituzionali cui le Camere avrebbero dovuto provvedere fin dal 12 giugno scorso. Rattrista e preoccupa il constatare che il Parlamento si auto-priva così, in misura sostanziale, della facoltà attribuitagli dalla Costituzione di concorrere alla formazione della più alta istituzione di garanzia. Ed è per me motivo di amara riflessione il fatto che a poco sono valse le mie ripetute, obbiettive e disinteressate sollecitazioni perchè da nessuna parte si venisse meno a questa prova essenziale di senso delle istituzioni. Altri due membri della Corte, di nomina presidenziale, stanno per concludere il mandato, ma i loro successori saranno con la massima tempestività nominati».
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