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Della Valle attacca ancora Renzi: il Paese non è suo

Ma il patron di Tod's darebbe al premier un’altra possibilità: “Se farai le cose che dici resterai, altrimenti vai a casa"

ROMA. Il successo del Pd? "Non appartiene tutto a lui, non gli può dare il diritto di pensare che il Paese è suo". Diego Della Valle ancora una volta non risparmia critiche a Matteo Renzi. Così come lancia ancora una stoccata a Sergio Marchionne ed alla Fiat. Intervistato da Michele Santoro a Servizio Pubblico su La7, il patron di Tod's parla del suo rapporto con il premier e di come è cambiato, dei consigli che aveva dato a Renzi e delle "cose diverse", dice, che poi gli ha visto fare. E chiarisce: "Renzi mi ha mai chiesto un aiuto economico, ed io non gli ho chiesto mai nulla".

A Della Valle non è piaciuta la squadra di ministri, tra  persone "non adeguate" ed alcuni "partiti da paesetti vicino Firenze" e arrivati al Governo per "l'amicizia di Renzi", dice. E non sembra piacergli che, con un paragone con la governance di una società, oggi "Berlusconi si gode la vita facendo il presidente con Renzi che lavora come amministratore delegato". La risposta di Renzi all'Economist, il gelato nel cortile di Palazzo Chigi? "Quando sta in quel cortile non sta in casa sua, sta nel cortile degli italiani. Quella roba ci ha fatto malissimo". Ancora stoccate sull'ipotesi del Tfr in busta paga ("A me questa roba non piace") e sullo scontro del Jobs Act ("Sono vittima dell'articolo 18", ma "non era il momento", ora una battaglia "bisognava farla su come assumere le persone". E' sbagliata "questa tecnica di crearsi nemici continui. Queste sono stupidaggini".

"Smontare Renzi non è un divertimento", dice Della Valle. Lo fa perché è un pericolo? "Sta diventando un pericolo" per quello che gli consente il sostegno di "una parte che invece di essere avversa è diventata il suo miglior amico" e di un'altra che lui "avvilisce ogni giorno in Parlamento"; ma anche perché "la Costituzione non può essere riscritta da una ragazza perbene ma completamente inadatta e da uno come Verdini che a Firenze tutti sanno chi è". Poi ancora: "Quando c'erano i veri poteri forti io ero in trincea. Lui faceva il boyscout"; E "si è dimenticato delle famiglie". Il bonus da 80 euro? "Una boutade mediatica", come "articolo 18 e riforma del Senato"

Valanga di critiche, ma Della Valle darebbe a Renzi ancora una possibilità: "Dacci un programma serio, realizzabile, utile. E se farai le cose che dici resterai, altrimenti vai a casa". Ancora critiche anche a Sergio Marchionne e agli azionisti Fiat: "Vanno a pagare le tasse in Inghilterra e vorrebbero dare a noi italiani la linea come facevano i vecchi di quella famiglia cinquanta anni fa. Non potremmo fare un referendum e chiedere agli italiani se vogliamo ancora vedere in Italia queste famiglie di sfaticati e di opportunisti? Se si può facciamolo"; "Quando uno se ne va mentre il Paese ha bisogno deve sentirsi un disertore sociale"    Il clima era già caldo da qualche giorno, dopo le parole di Della Valle quando il premier e l'ad di Fiat si sono incontrati a Detroit: "E' l'incontro tra due grandissimi sola". E proprio oggi è arrivata la replica di Marchionne: "Io infastidito? No, scherziamo? Se l'avesse detto qualunque altro sì ma se da uno scarparo questo e' un complimento: la suola è una parte integrante di una scarpa". Per Della Valle un futuro in politica? "Se serve bisogna impegnarsi per davvero", dice, e spiega che pensa a "uno strumento", che "in qualunque momento permetta di poter dire anche al Presidente della Repubblica qual è il consiglio migliore, e di poter essere pronti" se si va al voto "di poter dire a molti milioni di persone: adesso vediamo di sceglierci le persone che ci piacciono".

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