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Giustizia, sulla riforma maggioranza divisa

ROMA. Toni super civili, sorrisi cordiali, nessuno strappo e tanto meno aut aut. Ma il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano non può perdere la ghiotta occasione del cdm "monstre" di domani (giustizia, Sblocca Italia, scuola) per marcare le differenze dal Pd, partito egemone del governo, e ricordare a Matteo Renzi che un partito piccolo ma decisivo per le sorti della sua maggioranza chiede rispetto.    
Diversificarsi è essenziale. Ecco perciò che su giustizia, lavoro e art. 18 arrivano i distinguo, ribaditi dai vertici del partito di fronte alla stampa in una conferenza di fine estate dove Alfano annuncia la presenza ma poi non va. Ncd fa pesare i suoi punti di vista non negoziabili su tempi della prescrizione, intercettazioni, responsabilità civile dei magistrati. "O vanno i due pacchetti, su Civile e Penale, o ne va uno. Una cosa che noi escludiamo è che ne vada uno e mezzo", afferma cortese ma fermo Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd. "Vogliamo una riforma sul Civile e sul Penale, ma in questo secondo caso la si affronta tutta, dalla responsabilità civile alle intercettazioni", insiste Maurizio Lupi, insieme alla collega di governo Beatrice Lorenzin. Insomma, Renzi non pensi di spuntarla facendo approvare una riforma a metà,  con il rinvio  alle calende greche dei capitoli più spinosi.  "Se si allungano i tempi della prescrizione occorrono garanzie che i tempi del processo siano limitati", pianta paletti Quagliariello. "Non si possono limitare i diritti dei cittadini", è la posizione degli alfaniani,  consapevoli di camminare su un impervio crinale. Perché se da un lato devono  differenziarsi dentro la maggioranza di governo, dall'altro devono anche prevenire le possibili accuse di arrendevolezza da parte di Forza Italia, già in trincea contro la riforma Orlando-Renzi. "Nel pacchetto della riforma della giustizia entrerà tutto", ostenta sicurezza Lupi. "E' un problema di completezza, il pacchetto sul penale deve comprendere anche la responsabilità civile e le intercettazioni, siamo consapevoli che altri non vogliono questo", spiega Quagliariello sottolineando come questi due punti aiuteranno "a vedere in un altro modo anche le altre cose che storicamente non ci piacciono". "Se non si affrontano e non si sciolgono positivamente tutti i nodi, non saremmo di fronte ad una riforma ma ad una controriforma", chiosa Fabrizio Cicchitto.    
Altri paletti Ncd li pianta sul lavoro e sull'art 18, dopo le personali consultazioni di Renzi con il segretario Fiom Maurizio Landini. "Il superamento dell'art.18 e la riscrittura dello statuto dei lavoratori è il segnale che l'Italia vuole guardare seriamente al cambiamento, a un cambiamento coraggioso", afferma Lupi, mentre al ministro Poletti, che dice di voler discutere di tutto, il capogruppo Ncd al Senato recapita un messaggio. "L'importante che non sia tutto tranne l'articolo 18".

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