Formazione, Crocetta attacca il dipartimento e minaccia azioni legali: "Paghino enti e lavoratori"
PALERMO. Il presidente Crocetta ha inviato oggi una nota – che si allega - al Dirigente Generale del Dipartimento Formazione, Anna Maria Corsello, per rappresentare il fatto che nonostante i continui solleciti e i provvedimenti assunti dal dipartimento, il servizio gestione dell'assessorato alla Formazione non procede al pagamento sistematico di diversi enti causando danno alla Regione, alla sua immagine, agli enti e sopratutto al personale che non riceve stipendio da mesi. “Tale situazione è intollerabile – ha detto Crocetta - chiedo al Direttore Generale che, laddove si constatino in capo a coloro che hanno il preciso compito di provvedere all'emissione dei mandati di pagamento, inadempimenti colposi, colposi ritardi, negligenza,disinteresse o qualsivoglia atteggiamento da cui discende il ritardo sui tempi del procedimento amministrativo, che si possa provvedere con ogni strumento contrattuale e anche legale, a sanzionare l'inadempimento”. Il presidente non esclude, sulla base dei contratti, che si possa arrivare a rimozioni o al licenziamento dei responsabili.
«RIFORMA PRONTA PER ESSERE APPROVATA». «La riforma della formazione è pronta, possiamo approvarla in giunta anche domani». Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Il governatore rivendica l'azione fatta dal suo governo sul settore. «Abbiamo cacciato i corrotti - aggiunge Crocetta - ci sono negli enti, nei partiti e nella burocrazia. La nostra azione di igiene ha determinato una vera e propria rivoluzione». E sulla riforma: «Abbiamo un testo pronto, piace molto anche ai sindacati e sul quale stranamente c'è chi esprime critiche senza avere letto il testo». «Ciò non toglie - prosegue - che all'interno della macchina burocratica ci siano responsabilità personali che non riguardano la politica. Se un ente ha presentato il rendiconto da sei mesi e c'è un dirigente che non provvede a pagare quanto dovuto allora significa che c'è qualcosa che non va, ma ciò riguarda il dibattito amministrativo, non servono le intrusioni politiche, perché questo va al di là».