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Pd siciliano, è caccia alle quote non versate dai deputati al partito

PALERMO. I «morosi», eletti e nominati, che non versano le quote dovute al partito, in base a quanto prevede lo statuto del Pd, potrebbero incorrere nella sospensione dal gruppo parlamentare se il caso riguarda un deputato regionale, fino anche all'espulsione. La verifica sulle singole posizioni di parlamentari ma anche di assessori del governo Crocetta, dovrebbe scattare già la prossima settimana, con la convocazione della Commissione regionale di garanzia del Pd. I garanti effettueranno un rapido monitoraggio alla luce delle condizioni di cassa del partito in Sicilia, che hanno costretto a mettere in cassa integrazione a zero ore per un anno tutto il personale della segreteria regionale, 13 dipendenti, provocando di fatto la chiusura della sede regionale.   
Il «buco» dovuto ai mancati versamenti ammonterebbe a circa 500 mila euro. Tra i 'morosì c'è anche il parlamentare Corradino Mineo che dovrebbe versare al partito 25 mila euro come una tantum per essere stato inserito nella lista alle politiche in posizione di elezione. Nei giorni scorsi, Mineo aveva parlato di richiesta di «pizzo» da parte del partito siciliano.

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