ROMA. La strategia di Silvio Berlusconi sarà più chiara quando i giudici di Milano decideranno sul suo futuro è cioè se assegnarlo ai servizi sociali oppure mandarlo agli arresti domiciliari. Fino ad allora per l'ex capo del governo prova a mettere appunto una strategia comunicativa che ha come obiettivo principale quello di mandare un messaggio all'esterno ma all'interno del partito dove i malumori per la composizione delle liste sono tutt'altro che sedati: Non ho nessuna intenzione di farmi da parte. Ecco dunque l'idea, già ventilata nelle scorse settimane, di correre alle elezioni europee: «Sono felice di candidarmi in tutte le circoscrizioni», dice il Cavaliere in una telefonata ai militanti di Montecatini. Una annuncio che suona come una provocazione per il Pd, con diversi esponenti dem pronti a ricordare che semplicemente non può candidarsi in quanto condannato.
Il Cavaliere è un fiume in piena e chiama il partito alla mobilitazione «Tra poco più di un anno si andrà al voto» avverte l'ex capo del governo che poi punta il dito contro la magistratura: «Siamo in un Paese che non ha ancora la forza di essere una democrazia. Siamo ancora vittime di una dittatura giudiziaria». Nonostante l'annuncio di voler scendere in campo anche in Europa, in verità ancora nulla è deciso. Ma Giovanni Toti avverte: se all'ex premier venisse impedito di candidarsi «sarebbe una lesione della democrazia» perchè verrebbe negato ai «moderati italiani di essere rappresentati dal nostro leader». Anche gli esponenti azzurri si compattano a favore della sua discesa in campo alle europee e Licia Ronzulli, portavoce del partito all'europarlamento lancia anche l'hastag #SilvioinEuropa.
È praticamente impossibile però che la scelta possa essere portata avanti fino in fondo, e questo l'ex capo del governo lo sa benissimo. Ma la sua candidatura alle elezioni di maggio gli consentirebbe (con la bocciatura da parte del Tar a cui verrebbe presentato il ricorso dopo il niet delle corti d'Appello) di poter gridare ancora una volta al «complotto»: Sarebbe l'ennesimo colpo di stato di cui sarei vittima, va ripetendo ai suoi uomini. La possibilità di essere escluso dalla corsa per il Parlamento europeo non avrebbe invece ricadute sul simbolo elettorale che al suo interno il nome di Berlusconi.
L'idea di portare avanti la battaglia per la candidatura in Europa ha pure un altro obiettivo e cioè quello di mettere a tacere i dissidi interni. Berlusconi, che oggi ha incontrato il coordinamento campano di Forza Italia (mentre Toti ha avuto una lunga riunione con Marcello Fiori, coordinatore dei club Forza Silvio ed Antonio Tajani) riprenderà la prossima settimana il bandolo della matassa. Il nodo da sciogliere resta sempre uno e cioè la scelta o meno di candidare parlamentati di «peso» sul territorio come Raffaele Fitto. L'ex premier non ha ancora preso una decisione anche se l'orientamento (e per alcuni dei suoi anche l'auspicio) è quello di escludere chi è già deputato e senatore mentre si continua la ricerca di volti nuovi da inserire nelle liste come Silvio Ferraguti, presidente della Federlazio, in corsa appunto nella circoscrizione del Centro. Il tipo di campagna elettorale da tenere dipenderà poi da un altro fattore e cioè da cosa accadrà alla legge elettorale per le europee in discussione a palazzo Madama. Il rischio che Ncd ottenga l'abbassamento della soglia al 3% mette in allarme le sirene azzurre: se Renzi dovesse aprire a questa ipotesi - è il ragionamento - nel partito l'accordo.
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