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Grillini, niente stipendio per pagare i collaboratori

I 12 consulenti assunti al gruppo sono senza paga da gennaio. Ma c’è il rischio che da aprile restino a casa

PALERMO. I grillini rinunciano al loro stipendio per pagare i 12 consulenti assunti dal gruppo parlamentare. È l’ultima puntata del caso nato dalla legge sulla spending review, che da un lato ha tagliato le spese del Parlamento ma dall’altro ha salvato tutti i contratti stipulati entro lo scorso 31 dicembre. Ne è venuta fuori una pioggia di contratti (circa 150) fatti in fretta e furia ad altrettanti portaborse pagati con un contributo da 3.180 euro di cui usufruisce ogni deputato. Poi però anche i gruppi parlamentari hanno stipulato contratti (altri 50 circa) e ciò ha provocato un costo di quasi un milione all’anno che adesso l’Ars non sa come coprire. Il Collegio dei questori ha ipotizzato di ridurre a 200mila euro le spese per i servizi e il funzionamento dei gruppi. La seconda ipotesi è attingere ai fondi di riserva.
Per questo motivo sia a gennaio che a febbraio i consulenti dei gruppi non sono stati pagati, in attesa che il Parlamento decida con quali fondi fare fronte alla spesa. Il gruppo che ha fatto più contratti è proprio quello dei grillini: 12 sono i consulenti a libro paga e in attesa di stipendio dall’inizio dell’anno. Da qui la decisione dei parlamentari di rinunciare a una quota del loro stipendio, già decurtato a 2.500 euro più le spese certificate. «Questi ragazzi – racconta l’ex capogruppo Giancarlo Cancelleri – non ricevono lo stipendio dall’inizio dell’anno. Per questo motivo abbiamo deciso di girare a loro le nostre buste paga. Guadagnano 1.300 euro netti al mese. E proprio per il fatto che giriamo a loro i nostri soldi, questo mese a noi è rimasto ben poco».
Ma i grillini non andranno avanti così a lungo: «Abbiamo detto a questi ragazzi – prosegue Cancelleri - di non venire a lavorare fin quando l’Ars non troverà le risorse per pagare i loro contratti. Se anche a marzo non ci sarà una soluzione, da aprile resteranno a casa».

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