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Crocetta: patto con lo Stato per risanare i conti tagli a comuni o prestito Cdp

Il presidente della Regione vola a Roma per incontrare Letta e congela una manovra correttiva: «Ma non mi arrendo»

PALERMO. Un incontro con Letta dovrebbe permettere a Rosario Crocetta di individuare una exit strategy dalle sabbie mobili in cui è caduta la Regione. E nell’attesa il presidente ha congelato la manovra correttiva e la Finanziaria bis che avrebbero dovuto rastrellare entro una settimana una manciata di milioni per sbloccare le prime spese: «Racimolare 50 milioni sui 500 che servono sarebbe inutile - ha detto Crocetta -. E per di più c’è il rischio che anche questa manovra venga impugnata».

Il Commissario dello Stato ha infatti agito sulla base di due recenti sentenze della Consulta e di un giudizio della Corte dei Conti che impone di far fronte ai residui attivi: crediti iscritti in bilancio ma difficilmente incassabili. Quelli realmente a rischio sono 3 miliardi. E per magistrati contabili e Commissario, ogni risorsa disponibile va oggi accantonata in un fondo destinato a coprire il buco che si creerà dalla cancellazione di questi crediti. Ecco perchè anche una manovra bis non farebbe altro che «ritagliare» dal bilancio fondi che il Commissario sarebbe «costretto» a dirottare verso il fondo rischi.
Per questo motivo Crocetta invoca «un nuovo patto con lo Stato. Se non c’è una via d’uscita legislativa, quello in cui siamo finiti è un embargo che blocca la Regione». Un passaggio che serve al presidente per lanciar un avviso ai naviganti sulla scia di boatos che individuano una manovra politica dietro la crisi finanziaria: «L’embargo si organizza per portare alla resa. Ma qui in ginocchio ci va la Sicilia ecco perchè io non posso arrendermi, non servirebbe».
Crocetta pensa invece «a un patto con lo Stato che individui un piano di risanamento dei conti in più tappe. Non si può pensare che in due o tre Finanziarie possiamo coprire un buco così grosso». E a questo patto lavora da ieri l’intera maggioranza. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Gianpiero D’Alia (Udc) assicura che «c’è la disponibilità a organizzare subito a Palazzo Chigi un tavolo tecnico con il ministero dell’Economia per trovare soluzioni». Ma D’Alia avverte a sua volta che l’Udc non seguirà Crocetta sulla via dell’attacco istituzionale: «Bisogna trovare soluzioni facendo tesoro dell’impugnativa del Commissario dello Stato. Bisogna valutare le reali disponibilità della Regione e capire quanto della spesa bloccata può essere salvato e quanta parte va abbandonata». Ma Crocetta ieri è tornato ad attaccare Aronica: «Non si può far calare una mannaia mentre stiamo risanando. Doveva farlo con i miei predecessori. E con me, che ho combattuto sprechi e illegalità, dovrebbe avere un rapporto diverso».

Un’altra soluzione potrebbe essere un sostanziale alleggerimento del patto di stabilità per aumentare la spesa corrente (quella destinata agli stipendi). In ogni caso il pressing politico per spingere il governo nazionale a individuare una via d’uscita può essere trasversale. Anche Renato Schifani (Nuovo Centrodestra) assicura che «come è già accaduto quando si è trattato di salvare i precari, faremo la nostra parte. Ma non certo nell’interesse di Crocetta che ha la responsabilità politica dell’emergenza in cui sta piombando la Sicilia».

Crocetta teme che la situazione precipiti al punto da non controllare più la piazza: oggi i sindacati autonomi - Cobas e Sadirs - annunceranno forme di protesta dure e tutte le categorie della galassia degli enti regionali sono pronte a fare lo stesso. In questo clima il governo - mai così debole- ha registrato l’assenza di sostegno politico dai principali esponenti di Udc e Pd all’Ars. Ma Crocetta confida che almeno col Pd si possa aprire a metà febbraio una nuova stagione, grazie alla decisione di puntare su Fausto Raciti come candidato segretario che unisce renziani e cuperliani: «È un giovane di belle speranze che può garantire il rinnovamento del partito». Ma Raciti il 16 febbraio dovrà battere 4 avversari fra cui l’uscente Giuseppe Lupo. Fino ad allora il rischio è che, in attesa della Finanziaria bis con l’avallo di Roma, tutte le spese restino bloccate.

VERTICE IN SETTIMANA. Si terrà in settimana, forse mercoledì l'incontro tra il premier Letta e il governatore della Sicilia Rosario Crocetta sull'emergenza sociale in corso nell'isola dopo l'impugnativa da parte del commissario dello Stato di parte della legge di stabilità col blocco di oltre mezzo miliardo di spesa e migliaia di lavoratori senza stipendi Lo dice all'ANSA il presidente Crocetta. La Regione ha già avviato i colloqui con Palazzo Chigi, i ministeri della Coesione, degli Affari regionali e dell'Economia.

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