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Congressi rinviati a Catania e Trapani: nel Pd siciliano è «guerra» delle tessere

Tensioni anche a Enna dove Crisafulli è ormai certo dell’elezione a segretario

CATANIA. Sul rettilineo finale, a poche ore dalla celebrazione degli ultimi congressi di circolo, la «guerra delle tessere» nel Pd ha imposto ieri la resa agli aspiranti segretari provinciali di Catania. Voto sospeso, partito rassegnato al commissariamento e contemporanea rinuncia alla candidatura da parte del sindaco di Paternò, il «renziano» Mauro Mangano, e del suo sfidante Jacopo Torrisi. A Erice e Trapani, invece, assemblee ufficialmente rinviate «per problemi logistici»: entrambe si sarebbero dovute tenere nella sede provinciale. Ma Danilo Orlando - impegnato nella competizione trapanese per la guida cittadina del partito con il sostegno delle aree di Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati, oltre che di una parte dei «renziani» - ha contestato «la vecchia prassi di consegnare pacchetti di tessere a determinate persone». E annunciato un ripensamento sulla propria candidatura senza, però, ritirarsi. Tensioni anche a Enna. Angelo Argento dichiara che «l'area Letta non ha votato per non legittimare una procedura farsa», ma l'ex parlamentare e assessore regionale Mirello Crisafulli è ormai certo dell'investitura a segretario provinciale. Ha superato, infatti, l'ultimo ostacolo che era costituito dai ricorsi - respinti - alle Commissioni regionale e nazionale di garanzia.
Più che altrove, comunque, stagione congressuale carica di veleni in terra d'Etna, dopo il violento scontro di primavera tra Enzo Bianco e l'attuale sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta per la candidatura a sindaco del capoluogo. In queste settimane nel Pd catanese s'è scatenata un'autentica sfida tra «ultrà» dei due sfidanti alla segreteria provinciale. Con un crescendo di accuse che alla fine ha indotto Torrisi e Mangano a un clamoroso, simultaneo, passo indietro nel timore che le assemblee, in programma per la giornata, potessero alzare ulteriormente il tasso di litigiosità, evidenziato da scontri e ricorsi con denunce di irregolarità e iscrizioni-fantasma. Un esplicito riferimento a voci di episodi da inchiesta giudiziaria è stato fatto ieri, ad esempio, dall'ex deputato regionale Giovanni Barbagallo, ora sindaco di Trecastagni: «Si è parlato di tessere comprate come se fosse una cosa da nulla, e invece si tratta di fatti assolutamente deprecabili e penalmente perseguibili. Una scelta di buon senso e responsabilità rinviare il congresso». Stop «traumatico» ma necessario, per il sottosegretario Berretta: «Davanti al rischio di trovarsi di fronte ad uno scenario che potesse danneggiare il partito, indebolendolo ulteriormente, abbiamo accolto con responsabilità la decisione». «Troppe polemiche e troppe dichiarazioni hanno avvelenato il clima», ha commentato la deputata regionale Concetta Raia. Impossibile, infine, rintracciare ieri sera per un commento il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo.

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