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Ars, tagli ai gruppi e alla Federico II

Se l’ente che gestisce il patrimonio artistico del Palazzo dei Normanni, in primis la Cappella Palatina, ha deciso di concretizzare nuovi risparmi, anche gli impiegati chiamati all’Ars dai partiti dovranno dire addio alle integrazioni in busta paga

PALERMO. La spending review si abbatte anche sulla Fondazione Federico II e sui dipendenti dei gruppi parlamentari dell’Ars. Se l’ente che gestisce il patrimonio artistico del Palazzo dei Normanni, in primis la Cappella Palatina, ha deciso di concretizzare nuovi risparmi, anche gli impiegati chiamati all’Ars dai partiti dovranno dire addio alle integrazioni in busta paga. Sono alcuni provvedimenti che fanno seguito ai tagli previsti da Regione e Parlamento nelle manovre di fine anno.  Il finanziamento erogato da Palazzo d’Orleans alla fondazione, nel 2012 è stato di 480 mila euro. Il consiglio di amministrazione ha però deciso per il 2013 una riduzione del 6 per cento di tutte le voci di bilancio e ha dato pure il via libera al dimezzamento dei fondi stanziati dalla tabella H.

L’intenzione di estendere i tagli anche alla Fondazione era stata annunciata dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Lo stanziamento per la Fondazione era previsto nella tabella H, ovvero l’elenco dei finanziamenti regionali destinati a una miriade di enti e associazioni che è stato azzerato dal governo Crocetta. Nel caso in cui l’Ars decidesse ad aprile di rifinanziare le varie voci, per la Federico II andrebbero stanziati 240 mila euro.
L’ente comunque ha delle proprie entrate e tra l’altro è l’unico spazio museale in Sicilia i cui stipendi non sono pagati dal pubblico. La struttura gestisce infatti diversi servizi e ad esempio, nel 2012, ha incassato un milione e 580 mila euro dalla vendita di biglietti di ingresso al Palazzo dei Normanni. I fondi ricevuti dalla tabella H, che potrebbero così essere dimezzati, sono utilizzati dalla Federico II per organizzare tutta una serie di attività culturali, come delle mostre periodiche dedicate ad artisti siciliani.

Intanto sono tempi duri all’Assemblea regionale siciliana. Il bilancio interno approvato dal Consiglio di presidenza a fine anno, ha previsto tutta una serie di tagli per circa 11 milioni. I gruppi politici hanno registrato la riduzione più consistente, pari a circa cinque milioni e mezzo di euro. Restano intatti i 4 milioni e mezzo per i dipendenti stabilizzati ma Ardizzone ha precisato che l’Ars non si farà più carico di pagare il valore di contratti che superano questa spesa.

I gruppi parlamentari, alle dipendenze dei quali ci sono un’ottantina di dipendenti, volenti o nolenti dovranno dunque rinunciare a pagare le integrazioni. Per ogni dipendente a disposizione ci sono circa 50 mila euro all’anno. Le integrazioni dei gruppi, negli anni, hanno fatto lievitare queste somme da 10-20 mila euro fino a 200 mila euro, rispetto ai 40-53 mila euro circa che sarebbero spettati. Questo è l’orientamento dei capigruppo, che si riuniranno martedì mattina per discutere proprio sui trasferimenti dell’Ars.

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