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Tassa sui rifiuti, è caccia agli evasori

Cartelle esattoriale in arrivo per la Tarsu non pagata dal 2007 al 2009. Il conto più salato lo pagheranno gli abitanti degli undici comuni trapanesi in cui il servizio di raccolta e smaltimento è curato dalla Belice ambiente

PALERMO. Scatta la caccia agli evasori della Tarsu. Sui contribuenti del Trapanese e dell’Ennese stanno piovendo cartelle esattoriali e avvisi con cui gli Ato chiedono il versamento della tassa sui rifiuti non pagata negli anni 2007, 2008 e 2009 e in qualche caso anche dal 2006. Una mossa che l’assessorato regionale ha sollecitato a tutti gli altri Ato, appesantiti da un buco di oltre un miliardo e 400 milioni frutto per lo più del mancato incasso della Tarsu (o della Tia, la tariffa che ha sostituito la vecchia tassa sui rifiuti). Il conto più salato lo pagheranno gli abitanti degli 11 Comuni trapanesi in cui il servizio di raccolta e smaltimento è curato dalla Belice ambiente. L’Ato sta recuperando circa 10 milioni di Tarsu non pagata fra il 2007 e il 2009. Nelle cassette delle lettere stanno arrivando avvisi di accertamento che seguono gli avvisi bonari di qualche anno fa: si tratta di una formula di richiesta di pagamento che non prevede al momento interessi e sanzioni ma a cui seguirà, in caso di mancato versamento, la vera e propria cartella esattoriale maggiorata. «Stiamo incassando - spiega Vito Di Giovanni, responsabile della procedura per conto dell’Ato - la Tia. Dobbiamo farlo perchè stiamo completando le procedure di liquidazione dell’Ato. Dal 2010 le competenze sulla riscossione sono passate ai Comuni e quindi per gli anni più recenti toccherà ai sindaci inviare le cartelle esattoriali». Nel Trapanese però è già scontro, in alcuni casi sono arrivati avvisi di accertamento da 1000 euro e anche oltre. E il Movimento spontaneo dell’autotutela intercomunale (Mosaico) ha predisposto dei modelli per avviare i ricorsi contro questa riscossione forzata: «Le tariffe non si possono approvare retroattivamente, come invece hanno fatto i Comuni in questa occasione. Inoltre, gli avvisi riportano la liquidazione del'Iva, altro elemento di illegittimità: decine di sentenze ai massimi livelli costituzionali hanno oramai ribadito che l'Iva sulla Tia non va applicata». La procedura di riscossione non è esente da falle e nelle case trapanesi stanno arrivando avvisi di accertamento anche per chi ha invece regolarmente pagato negli anni scorsi: «Chi ha pagato non dovrà pagare ancora - precisa Di Giovanni - e chi ha pagato di più avrà una compensazione rispetto a quanto dovuto». L’Ato di Enna sta invece inviando gli avvisi di pagamento che fanno riferimento anche al 2006, come spiega il commissario Giovanni Interlizia. Era stato l’assessorato ai Rifiuti, ricorda il dirigente Marco Lupo, a chiedere agli Ato di iniziare la riscossione. Una procedura che serve a chiudere le vecchie gestioni e certificare i debiti verso le imprese: fatto questo passaggio, la Regione autorizzerà prestiti che permetteranno di soddisfare i fornitori. È dunque prevedibile che la riscossione forzata si estenda ad altre province anche se per gli anni più recenti la competenza tocca ai Comuni. Il presidente dell’Anci, Giacomo Scala, precisa però che «quello che sta accadendo nell’Ennese e nel Trapanese ha una natura particolare perchè il mancato incasso è frutto di ricorsi e ora si stanno mettendo in campo misure per non far scattare la prescrizione». 

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