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Regionali, liste: nel Pd scontri e primi esclusi

Malgrado cinque ore di dibattito non sono però stati sciolti i nodi che riguardano l’esclusione dalla lista ennese di Elio Galvagno e quella di Daniele Capuana a Catania. Nessuna decisione neanche sul listino, l’elenco di otto nomi che verrebbero eletti di diritto in caso di vittoria di Rosario Crocetta. Lillo Speziale, storico capogruppo Ds e presidente dell’Antimafia in questa legislatura, ha rinunciato a chiedere la deroga per andare verso il sesto mandato all’Ars

PALERMO. Al termine di una giornata carica di tensione che ha portato a una riunione fiume della direzione regionale, il Pd ha sciolto uno solo dei tanti nodi che per ora ostacolano la definizione delle liste per le elezioni del 28 ottobre. Lillo Speziale, storico capogruppo Ds e presidente dell’Antimafia in questa legislatura, ha rinunciato a chiedere la deroga per andare verso il sesto mandato all’Ars. 
Speziale, gelese, avrà probabilmente un posto nella lista per le Politiche di primavera. E lascia così spazio alla definizione della lista nissena che vedrà come deputato ricandidato a Gela, Miguel Donegani. Una mossa analoga, la rinuncia a riprovare la corsa all’Ars per puntare su Roma, avevano già fatto Bernardo Mattarella a Palermo e Giovanni Barbagallo a Catania. 

La riunione della direzione regionale si è svolta alla presenza di Davide Zoggia, inviato dalla segreteria nazionale. Malgrado cinque ore di dibattito non sono però stati sciolti i nodi che riguardano l’esclusione dalla lista ennese di Elio Galvagno e quella di Daniele Capuana a Catania. Nessuna decisione neanche sul listino, l’elenco di otto nomi che verrebbero eletti di diritto in caso di vittoria di Rosario Crocetta come premio di maggioranza. Riguardo al listino, il segretario Giuseppe Lupo ha detto: «Sarà necessario un confronto con i partiti della coalizione e con Crocetta». La questione agita i movimenti civici che hanno stretto un patto per sostenere Crocetta ma che si attendono uno spazio che garantisca la rappresentanza. 

La direzione regionale si è chiusa alle 21 dando mandato al segretario Lupo di trovare le soluzioni. E una successiva riunione fra i leader delle correnti è andata avanti fino a notte fonda. Il caso Catania è molto complicato: ai piedi dell’Etna il Pd aveva quattro deputati ma i sondaggi prevedono che la pattuglia si dimezzi. E quindi è scontro fra i big delle varie correnti. Concetta Raia, uscente, è sostenuta dalla Cgil e dalla corrente che fa capo al segretario provinciale Luca Spataro e al deputato nazionale Giuseppe Berretta. Giovanni Barbagallo e l’area cislina sta puntando sul giovane sindaco di Pedara, Antony Barbagallo. L’area ex margheritina che fa capo a Burtone ha scelto l’ex sindaco di Caltagirone Franco Pignataro. Enzo Bianco ha puntato su Capuana che però è stato escluso dalla lista perchè in molti a Catania gli contestano la provenienza dall’area di Raffaele Lombardo. Ancora ieri la segreteria provinciale etnea annunciava una dura reazione se da Palermo e Roma Capuana otterrà la riammissione in lista.

Un caso analogo sta scoppiando a Ragusa dove la lista può avere solo tre uomini e conta già i due uscenti Pippo Di Giacomo e Roberto Ammatuna e altre due candidature forti: Peppe Calabrese e Fabio Nicosia. I vertici locali hanno chiesto alla direzione regionale di non intromettersi nella scelta.  In questo clima aumenta il malcontento nelle file del Pd. Tre componenti della direzione regionale - Mariangela Di Gangi, Manfredi Lombardo, Sergio Baviera - non hanno partecipato alla riunione annunciando di essere pronti a sostenere lo sfidante a sinistra di Crocetta, Claudio Fava.

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