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Nomine a soggetti indagati: l'Ars boccia la norma che le vieta

Con 39 voti contrari e 32 a favore, l'Assemblea regionale Siciliana ha bocciato una legge che avrebbe introdotto il divieto per sindaci, presidenti di Provincia e del presidente della Regione di effettuare nomine nella pubblica amministrazione a soggetti sottoposti a rinvio a giudizio o che hanno subito condanne per mafia, corruzione o associazione a delinquere

PALERMO. Con 39 voti contrari e 32 a favore, l'Assemblea regionale Siciliana ha bocciato una norma che avrebbe introdotto il divieto per sindaci, presidenti di Provincia e del presidente della Regione di effettuare nomine o assegnare incarichi di consulenze nella pubblica amministrazione, in enti e società partecipate a soggetti sottoposti a rinvio a giudizio o che hanno subito condanne per mafia, corruzione o associazione a delinquere.
La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, su richiesta del capogruppo del Pid Rudy Maira e appoggiata dal Pdl, suscitando forti critiche da parte del Pd che chiedeva il voto nominale. "Nascondersi dietro il voto segreto in una materia come questa non fa fare una bella figura al nostro parlamento", aveva detto poco prima della votazione il capogruppo dei democratici Antonello Cracolici. Essendoci già state dichiarazioni di voto, non si può più cambiare procedura - ha aggiunto - la presidenza si assume la responsabilità di questa scelta". Il presidente dell'Ars Francesco Cascio, dopo essersi consultato con gli uffici, è andato avanti procedendo col voto segreto. La norma, presentata sotto forma di emendamento al ddl "blocca nomine" in discussione all'Assemblea, era stata proposta da Lillo Speziale (Pd), presidente della commissione regionale antimafia, dal capogruppo del Pd Antonello Cracolici e dal segretario regionale del partito Giuseppe Lupo.

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